“Abbiamo quattro decreti attuativi in cantiere, per due novità che vanno a braccetto, nell’Agenda Digitale: il documento unificato e l’Anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr)”. Si prepara un ritorno dalle vacanze molto intenso per Paolo Donzelli, direttore generale Ufficio Studi e Progetti per l’innovazione Digitale alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Era responsabile di questi temi nella Cabina di Regia per l’Agenda e ora continua a gestirli in prima linea.
Sono obiettivi di lunga durata, ma da che cosa cominciate? Qual è il primo obiettivo che vi proponete in questa rivoluzione che riguarda l’identità del cittadino?
A settembre il primo decreto attuativo, con cui l’Anpr assorbire l’Aire (Anagrafe italiani residenti all’estero) e l’Ina (Indice nazionale delle anagrafi). Consideriamolo in primo passo per una cosa più grossa che verrà dopo, con il secondo decreto attuativo, da concertare tra ministeri competenti, entro fine anno: definirà le modalità di subentro dell’Anpr alle anagrafi nazionali.
Che significa?
Il decreto spiegherà in che modo i Comuni possono passare i propri dati all’Anpr centrale. Sarà un processo graduale, che dovrebbe cominciare con il primo Comune a marzo-aprile. Poi passeremo un tot di anagrafi comunali ogni mesi, per completare il processo entro gennaio 2015, come previsto dal crescita 2.0. Importante: i Comuni restano titolari dei propri dati, sono loro potranno modificarli, per fare un cambio di residenza ad esempio. Ma le modifiche saranno registrate sul datacenter centrale e non solo più localmente come avviene adesso. Avremo quindi dati sulla popolazione sempre aggiornati e allineati al centro.
Con quali vantaggi?
Numerosi. Per tutte le altre anagrafi, Scuola, Agenzia entrate, Sanità, Inps, Motorizzazione, sarà più facile mantenersi allineate con i dati della popolazione. Saranno infatti collegate all’Anpr, informate in tempo reale se c’è una modifica. Se il cittadino cambia residenza, il dato sarà aggiornato anche negli altri database. Non ci saranno più quei disallineamenti che ancora oggi provocano sprechi e anomalia. Come i casi di persone decedute che sono ancora a carico del sistema sanitario. Ogni Pa potrà inoltre accedere direttamente all’anagrafe e verificare subito i dati delle autocertificazioni.
Nel frattempo state lavorando anche al Documento unificato. Un primo decreto attuativo sembra alle porte
Sì e dovrebbe terminare l’iter a ottobre. Ne spiega validità, funzioni, costi.
Com’è noto da tempo, il nuovo documento includerà carta d’identità e tessera sanitaria. Ma- da quanto risulta dallo schema di decreto- non la tessera europea di assicurazione malattia, che oggi è “incorporata” sul retro della tessera sanitaria. Ci ritroveremo ancora con due documenti…
C’è un motivo tecnico pratico. Fisicamente la tessera europea non ci stava. Richiede, da standard, un intero lato del documento e quindi non è compatible con lo standard per i documenti d’identità.
E a che servirà invece il secondo decreto per il documento?
Spiegherà come produrlo, come fornirlo ai cittadini, il ruolo dei Comuni. Finirà l’iter per novembre-dicembre.
A questo punto è inevitabile chiedersi: quando avremo nelle mani il nuovo documento? Ricordo ancora l’ex ministro Profumo che lo prometteva per aprile 2013… Scadenza mancata, come tante altre dell’Agenda
Difficile a dirsi. Vediamo quando completeremo i decreti attuativi. Diciamo che prevedo sarà disponibile per fine 2014 o inizi 2015. Al documento per altro è legato il domicilio digitale. L’utente potrà attivarlo quindi nel momento in cui richiede il documento e obbligare così la Pa a comunicare solo su indirizzo Pec del cittadino. Il dominilio digitale sarà contenuto nell’anagrafe nazionale e quindi sarà pienamente operativo solo quando sarà a regime quest’ultima.
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