Staccare la spina ai maxi-siti che permettono di scaricare musica
illegalmente, in barba al copyright. Perché a differenza del caso
di Pirate Bay, la piattaforma online fermata solo dopo mesi di tira
e molla giudiziario, con l'anno nuovo i bucanieri italiani del
web, in rigorosa trasferta all’estero, potrebbero essere
affondati sotto i colpi di un provvedimento amministrativo
rapidissimo, gestito dall'Agcom. Lo scrive il Sole 24 Ore,
precisando che l’Authority di Corrado Calabrò dovrebbe
deliberare già venerdì i "Lineamenti di provvedimento
concernenti l'esercizio delle competenze dell’autorità
nell'attività di tutela del diritto d’autore sulle reti di
comunicazione elettronica".
Il provvedimento, secondo fonti dell'Authority, non andrà a
colpire gli utenti privati che fanno peer-to-peer, un approccio
già fallito in Francia.Nel mirino dell'Agcom ci sarebbero
invece gli eredi di Pirate Bay, quindi piattaforme come
DDlFantasy.com o DDUNiverse.net, entrambe gestite da italiani, ma
basate a Amsterdam in Olanda e Secaucus negli Usa. Sul fronte
politico l'Agcom spinge perché le vengano attribuiti poteri di
tutela del diritto d'autore, in linea con il decreto Romani, e
diritto di vigilanza sui contenuti veicolati dagli internet
provider, in linea con le direttive Ue sul commercio
elettronico.
Secondo il Fimi, la federazione italiana dei discografici associata
a Confindustria, è il danno annuale causato ogni anno dalla
pirateria all'industria musicale, in termini di mancati
introiti. Sono 3,5 milioni gli italiani che consumano contenuti
culturali attraverso la tecnologia. Non solo via internet, ma anche
utilizzando i nuovi lettori come l'iPad della Apple e Kindle di
Amazon.