IL CASO

Droni, Amazon minaccia gli Usa: “Troppi ritardi sulle norme, così ce ne andiamo all’estero”

La compagnia di Jeff Bezos scrive alla Federal Aviation Administration: “Ci viene impedita la sperimentazione. Di questo passo non avremo altra scelta che spostare fuori dal Paese il nostro programma di R&D”

Pubblicato il 09 Dic 2014

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Amazon minaccia di spostare fuori dagli Usa il proprio programma di ricerca e sviluppo per le consegne a domicilio tramite droni. Ad affermarlo in una lettera indirizzata alla Federal Aviation administration è Paul Misener, vicepresidente del gruppo, nel caso che l’azienda non dovesse ottenere l’autorizzazione a testare sul territorio americano la propria flotta di oggetti volanti senza conducente, sollecitando all’Faa la velocizzazione del processo autorizzativo.

Secondo il gruppo guidato da Jeff Bezos i continui ritardi dell’agenzia del Dipartimento dei Trasporti statunitense, chiamata a stabilire le regole che normeranno l’attività dei droni nei cieli statunitensi, rischia di mettere a repentaglio lo sviluppo del progetto “Prime Air”, con cui Amazon prevede la consegna di piccoli pacchi in 30 minuti.

“Temo che la Faa possa mettere in discussione i fondamentali vantaggi del mantenere l’innovazione tecnologica degli Uas (‘Unmanned Aerial Systems’, aeromobile a pilotaggio remoto) negli Stati Uniti – scrive Misener – Il Paese rischia di perdere la sua posizione dominante nel settore, assieme ai benefici economici che ne derivano”.
Secondo il Washington Post, la Faa ha fatto sapere di aver “designato un ispettore per lavorare a stretto contatto con i rappresentanti di Amazon sulla richiesta di autorizzazione” per la sperimentazione dei droni.

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