L’Italia guida il progetto Ue per la sicurezza dei droni AW-Drones. L’iniziativa, nell’ambito di Horizon 2020, riunisce 13 partner provenienti da 8 paesi Ue e Israele ed è guidato dall’azienda italiana Deep Blue, esperta di sicurezza e fattori umani.
Iniziato a gennaio 2019, nei prossimi tre anni AW-Drones supporterà l’Unione Europea e l’Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa) nell’identificazione di standard tecnici e operativi che soddisfino i requisiti di sicurezza del nuovo regolamento europeo, a partire dall’analisi di quelli oggi esistenti e dai loro punti di forza e criticità.
In particolare, nel corso dei tre anni il progetto si occuperà di identificare standard a supporto di:
- Voli nella categoria “Specific” del nuovo regolamento EASA, inclusi quelli non a vista (BVLOS), fondamentali per i lavori di ispezione e manutenzione in aree pericolose o su grandi distanze.
- U-Space, lo spazio aereo riservato ai droni e a tutti i velivoli a bassa quota, come ad esempio gli elicotteri di soccorso.
- Voli autonomi (senza intervento del pilota a terra) inclusi aero-taxi.
Al progetto partecipa anche EuroUSC Italia: l’azienda si occuperà di identificare e validare gli standard tecnici per i droni. Per ogni tipologia di operazione di volo, verranno raccolte le regole tecniche e le procedure attualmente disponibili nei vari Paesi Ue. Verrà poi valutata la loro idoneità ad essere considerate come standard condivisi da adottare per garantire la sicurezza di un tipo specifico di operazione. L’analisi rileverà anche possibili lacune nella struttura normativa.
Il mercato
Il mercato dei droni, con i servizi ad esso connessi, sarà uno dei principali motori dello sviluppo economico europeo e mondiale nei prossimi anni: la Commissione Europea prevede infatti una crescita annua che in Europa raggiungerà i 10 miliardi di euro entro il 2035, e i 15 miliardi entro il 2050. A beneficiare dei droni saranno soprattutto i settori dell’agricoltura, dell’energia, delle spedizioni e della pubblica sicurezza.
Il quadro regolatorio
L’Europa ha approvato il regolamento unico europeo di Easa, che nei prossimi anni sostituirà quelli nazionali. In un’ottica di armonizzazione delle leggi tra i Paesi membri, il nuovo regolamento stabilisce delle regole europee comuni per tutte le tipologie di operazioni con i droni.
La novità del regolamento riguarda il fatto che non ci sarà più distinzione tra i droni professionali e ludici. A fare la differenza la tipologia di operazioni per le quali vengono usate: Open, Specific e Certified.
La categoria Open presenta il livello di rischio più basso e comprende tre sottocategorie: per operazioni di volo sopra le persone , vicino alle persone e lontano dalle persone. In tutti e tre i casi si vola in Vlos, cioè sempre a vista; la quota massima di volo consentita è 120 m, mentre la massa del drone non può superare i 25 kg. Le nuove normative imporranno un particolare marchio CE per le Open Category. La marchiatura CE stabilisce la categoria dei droni e, quindi, come potranno essere usati.
Nella categoria Specific i droni possono volare anche in Bvlos, quindi al di fuori del campo visivo del pilota: per questa categopria non sono previsti liiti di massa e si fa riferimento a tutte le oprazioni che non riebntrano nella categpria Open. Le certificazioni richieste per far volare il proprio drone dipenderanno dal livello di rischio della specifica missione: spetta a Easa insieme alle agenzie anzionali definire gli standard per consentire una più rapida approvazione per chi vola nei limiti fissati.
Nel “Certified” rientrano i droni che trasportano persone o merci pericolose, e le operazioni con droni che volano sopra assembramenti di persone. In questo caso sono richieste varie certificazioni: per l’aeromobile, l’operatore e il pilota.
La pubblicazione delle regole in Gazzetta Ufficiale Europea è prevista entro giugno, con entrata in vigore prevista 20 giorni dopo la pubblicazione. Le norme diventeranno applicabili in tutti gli stati membri ad un anno esatto dall’entrata in vigore (2020). Dopo un periodo di transizione di due anni che seguirà l’entrata in vigore, chi vorrà operare con un drone in Italia non dovrà più seguire il vecchio regolamento di Enac, ma fare riferimento alla legge Ue.