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Dst diventa creative tech company e punta a triplicare il giro d’affari

Obiettivo: 47 milioni di fatturato entro il 2028. Tecnologia e marketing i pilastri della strategia. Largo consumo, entertainment, telecomunicazioni e banche i quattro settori chiave. Il ceo e founder Grappelli: “Gli investimenti in digitale e intelligenza artificiale ci permetteranno di accelerare”

Pubblicato il 25 Mar 2024

Giorgio Grappelli, ceo e founder di Dst, e Francesco Romano Marcellino, chief marketing officer e co-founder di Dst

Integrare l’approccio consulenziale, caratterizzato dalla creatività e dall’intuitività nel problem solving, alla concretezza tipica delle tech company, per proporsi al mercato come un punto di riferimento per le aziende che vogliono districarsi con successo tra le sfide della digital transformation grazie a soluzioni personalizzate, originali e innovative per il marketing e la comunicazione.

È questo l’obiettivo che ha spinto Dst, società di consulenza digitale fondata nel 2013, a cambiare passo e a diventare una “creative tech company”, per rafforzarsi nella propria offerta di competenze sulle tecnologie d’avanguardia, in particolare nel campo dei dati e dell’intelligenza artificiale, con un ampio portfolio di servizi di consulenza strategica, design e marketing che puntano a costruire soluzioni innovative.

Per comunicare il nuovo posizionamento è in corso una campagna di comunicazione, “Dst – Siamo una Creative Tech Company”, con il sito che presenta la brand identity rinnovata e il nuovo manifesto aziendale.

Triplicare il fatturato entro il 2028

Per il biennio appena iniziato Dst punta a consolidare il proprio percorso di crescita rafforzando la propria presenza nei settori del largo consumo, dell’intrattenimento, delle telecomunicazioni e delle banche, anche grazie all’ingresso in azienda di nuovi professionisti esperti in questi ambiti e allo sviluppo di nuovi prodotti e servizi.

“Grazie all’esperienza consolidata in ambito AI e al nostro reparto marketing e creativo, il gruppo è cresciuto nell’ultimo triennio mediamente del 34% anno su anno – sottolinea Giorgio Grappelli, ceo e founder di Dst – e riteniamo che gli ulteriori investimenti fatti su digital e AI ci permetteranno non solo di mantenere questa crescita, ma anzi di accelerarla ulteriormente”.

Così, se il 2023 si è chiuso con un fatturato di 20 milioni di euro, a +25% sull’anno precedente, “il nuovo posizionamento, insieme a un piano di prossime acquisizioni societarie che ci permetteranno di consolidare l’offerta e i servizi, permetterà alla società – conclude Grappelli – di triplicare il giro d’affari entro il 2028 e di raggiungere i 47 milioni di euro”.

Una vision adatta al mercato “liquido”

“La nostra visione ci porta a concepire idee robuste e pragmatiche in un contesto di mercato oggi ancora molto liquido, dove le esigenze di soluzioni concrete e risultati efficaci diventano sempre più pressanti”, spiega Francesco Romano Marcellino, chief marketing officer e co-founder di Dst.

“È proprio grazie alla nostra unica capacità di creare sinergia ed al nostro approccio innovativo che in Dst riusciamo a dominare molto bene le nostre due anime principali, la tecnologia e il marketing – conclude – Una qualità che ci rende molto distintivi sul mercato. Un valore unico che ci ha portato a crescere molto in questi ultimi anni tanto da essere stati scelti da clienti rilevanti come Eni, Enel, Gruppo Generali, Reale Mutua, Ferrovie Italiane, Consip e Leonardo”.

La presenza internazionale di Dst

Dst conta oggi su 215 collaboratori nelle sue sedi di Roma, Milano, Cosenza e Tenerife, dove, con la propria digital factory, è l’unica azienda italiana presente nel parco tecnologico dell’isola nelle Canarie. Tra i passi più significativi dell’azienda nell’ultimo anno c’è l’acquisizione del 100% di Live Tech Srl, società co-fondata insieme a ricercatori del Cnr e del Politecnico di Torino.

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Antonello Salerno
Antonello Salerno

Professionista dal 2000, dopo la laurea in Filologia italiana e il biennio 1998-2000 all'Ifg di Urbino. Ho iniziato a Italia Radio (gruppo Espresso-La Repubblica). Poi a ilNuovo.it, tra i primi quotidiani online nati in Italia, e a seguire da caposervizio in un'agenzia di stampa romana. Dopo 10 anni da ufficio stampa istituzionale sono tornato a scrivere, su CorCom, nel 2013. Mi muovo su tutti i campi dell'economia digitale, con un occhio di riguardo per cybersecurity, copyright-pirateria online e industria 4.0.

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