DIGITAL TRANSFORMATION

E-banking, l’Italia accelera ma la strada è ancora in salita

Secondo un’analisi della Fabi, la Federazione autonoma del bancari nel nostro Paese è raddoppiata la quota di popolazione che utilizza i servizi online, ma restiamo fanalino di coda fra le economie occidentali che prediligono la modalità elettronica allo sportello fisico

Pubblicato il 12 Ago 2022

Web Banking

Sull’accesso alla banca via attraverso canali digitali l’Italia ha fatto passi in avanti, raddoppiando la percentuale di popolazione che utilizza l‘e-banking, ma resta ancora a livelli di paesi come Grecia e Turchia. E’ quanto emerge da un’analisi della Fabi, Federazione autonoma bancari italiani.

“Nonostante la recente accelerazione dell’evoluzione digitale del sistema bancario italiano – spiega il sindacato – l’analisi del tasso di e-banking della popolazione europea mostra preferenze diversificate tra i paesi e un grado di ‘maturità digitale’ a diverse velocità. Nel 2012, in Italia, solo il 21% della popolazione si avvaleva dei servizi ebanking, un dato al di sotto della metà della media europea, pari al 38%, e ampiamente distante dal tasso di digitalizzazione bancaria dei cittadini dei maggiori paesi. In meno di 10 anni in Italia la propensione all’utilizzo dei canali digitali, sebbene raddoppiata, non mostra di essere ancora al passo con l’Europa perché la relazione multicanale continua a lasciare spazio al rapporto diretto con la clientela”.

Peggio di noi solo Grecia, Turchia, Bulgaria e Romania

Secondo i dati Eurostat, ricorda il sindacato bancario, nel corso dell’ultimo decennio l’uso dei servizi bancari online da parte della popolazione italiana è stata molto limitata e a nulla è servita l’esperienza del distanziamento sociale negli anni più recenti post Covid. L’Italia è infatti ancora il fanalino di coda tra i paesi occidentali di tutta l’area euro, con appena il 45% della popolazione complessiva che preferisce l’e-banking ai servizi bancari in filiale nel 2021. Rispetto a una media complessiva del 58%, nel confronto europeo il nostro Paese precede solo la Grecia (42%), la Turchia (46%), la Bulgaria (15%) e la Romania (15%) mentre fanno molto meglio di noi altri paesi importanti come Francia (72%), Spagna (65%) e Germania (50%).

Chiusi oltre 11mila sportelli in meno di 10 anni

Incrociando i dati statistici della Banca d’Italia e dell’Istat aggiornati a fine 2021, la Fabi rivela inoltre che, in meno di 10 anni, le banche italiane hanno chiuso 11.231 sportelli: le agenzie erano 32.881 a fine 2012, per poi calare a 23.480 nel 2020 e ancora a 21.650 a fine 2021. Dal 2012, prosegue l’analisi, la riduzione è stata pari al 34,16%, mentre tra il 2020 e il 2021 la contrazione è stata del 7,79%: in un solo anno le chiusure sono state 1.830. Anche le banche sono molte di meno: dai 706 istituti di credito del 2012 si è passati ai 474 nel 2020 e ai 456 nel 2021.

La contrazione ha interessato anche il personale: le lavoratrici e i lavoratori bancari erano 315.238 a fine 2012, 275.433 a fine 2020 e 269.625 a fine 2021. La riduzione netta è stata di 45.613 unità (-14,47%) tra il 2012 e il 2021 e di 5.808 unità (-2,11%) tra il 2020 e il 2021.

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