Per la prima volta centinaia di migliaia di volumi cartacei fuori catalogo saranno venduti in forma di e-book dopo la conclusione di una disputa legale durata sette anni tra Google e un gruppo di editori statunitensi.
Il colosso dei motori di ricerca avrà il diritto di vendere i libri fuori stampa che aveva in precedenza scannerizzato, e che sono tuttora coperti da copyright, dietro consenso delle case editrici. Secondo Tom Turvey, responsabile dell’editoria digitale di Google, si dovrebbe trattare di “centinaia di migliaia o forse milioni” dei 20 milioni di volumi complessivamente già scannerizzati nell’ambito del Google’s Library Project, reso possibile dalla collaborazione con prestigiose università come Harvard, Stanford e Oxford.
Si tratta di un ulteriore passo avanti dell’ambiziosa strategia del gruppo di scannerizzare tutti i libri del mondo e metterli a disposizione online. È inoltre un’invasione di campo nel mercato di Amazon, finora “re” delle vendite di e-book online.
La battaglia giudiziaria che ha portato a questa sentenza è stata lunga e controversa. Tre anni fa Google e gli editori – Simon & Schuster, Penguin Usa, John Wiley & Sons, McGraw-Hill e Pearson Education – avevano trovato un accordo, ma l’amministrazione di Barack Obama era intervenuta sospettando un’attività monopolistica e un conseguente aumento dei prezzi per i consumatori. Giudizio confermato da una sentenza del 2011: l’accordo da 125 milioni di dollari veniva respinto sull’onda della rivolta dei rivali di Google, ma anche di agenti letterari, consumatori e governi stranieri (gli editori non americani si sentivano tagliati fuori).
Il nodo restava quello dei cosiddetti “libri orfani”, per i quali non è possibile risalire agli autori o agli eredi che ormai hanno perso i diritti. L’accordo raggiunto in questi giorni stabilisce che tutti i libri possano essere digitalizzati salvo il rifiuto dell’editore. Da parte loro le case editrici hanno il diritto a ricevere e utilizzare una copia digitalizzata. L’intesa riconosce inoltre l’esistenza del copyright e quindi si suppone che verranno riconosciuti i diritti d’autore a scrittori e agenti letterari.