IL CASO

E-commerce, il mea culpa della Cina: “tarocco” il 40% dei prodotti online

Lo rileva il rapporto elaborato da Xinhua, l’agenzia di stampa della Repubblica: solo 6 prodotti su 10 su Internet di buona fattura o autentico. Rispetto al 2013 le lamentele dei consumatori sono aumentate del 356%

Pubblicato il 03 Nov 2015

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Oltre il 40% dei prodotti venduti online in Cina sono di scarsa qualità o contraffatti. L’ammissione arriva direttamente dall’agenzia di stato cinese Xinhua, la più antica delle due agenzie di stampa ufficiali della Repubblica. Nel rapporto diffuso e inviato ai vertici dell’esecutivo si rileva che delle merci vendute sul mercato Internet cinese nel 2014 poco meno del 59% era autentico o di buona fattura.

L’iniziativa dell’agenzia si inserisce nell’operazione di trasparenza inaugurata dal presindente Xi Jinping fin dal suo insediamento e nello studio sono presenti anche indicazioni precise sul percorso da seguire per invertire la rotta.

Si chiede infatti di “accelerare la stesura di una legislazione dell’e-commerce, una migliore supervisione e un chiarimento dei diritti dei consumatori e della responsabilità dei venditori”. Misure che il rapporto dell’agenzia Xinhua considera indispensabili per salvaguardare un settore cresciuto del 40% in un anno e che ha generato ricavi complessivi per 2.800 miliardi di yuan (circa 401 miliardi di euro). Ma anche per dare risposte al costante aumento delle lamentele dei clienti, cresciute del 356% rispetto al 2013.

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