E-commerce, Italia bocciata. Peggio solo la Bulgaria

Pubblicato il 26 Mag 2009

"In Europa la diffusione delle tecnologie informatiche (Ict)
di base ha ormai raggiunto livelli di saturazione: circa il 96%
delle imprese con almeno 10 addetti utilizza computer e, tra
queste, circa il 93 per cento ha una connessione a Internet".
A dirlo è l'Istat, nel Rapporto annuale 2008 presentato oggi.
Dalla fotografia sulla dotazione Ict delle imprese con almeno 10
addetti in Europa, però, emrge anche un altro dato, non positivo
quanto il primo. "Considerando, invece, indicatori di adozione
e utilizzo
più evoluti di Ict, provenienti da un’indagine armonizzata a
livello europeo – scrive l'istituto statistico – emergono
livelli mediamente più bassi e con divari consistenti sia tra
paesi sia tra classi dimensionali delle imprese".

In particolare dall'analisi emerge che "valori ampiamente
superiori al 50 per cento si registrano nell’Ue27 per
l’utilizzo della banda larga, 81,1% e di servizi on line della
pubblica amministrazione, 68,1%; per la presenza di siti web,
63,3%", al contrario "all’estremo opposto  – scrive
l'Istat – lo scambio elettronico di informazioni con fornitori
e/o clienti sulla filiera produttiva, solo il 15,5% e l’utilizzo
di Internet per le vendite on line sono fenomeni ancora poco
diffusi, 17,2%". A fare da contraltare a questi dati le
cisiddette "punte di eccellenza", cioè i paesi
scandinavi, il Belgio, i Paesi Bassi e la Germania. "Le
performance peggiori appartengono ad alcuni dei
paesi di recente accesso".

"La relazione positiva tra valori degli indicatori e
dimensione aziendale è comune a tutti gli indicatori",
sottolinea il Rapporto. "I risultati delle piccole imprese,
generalmente caratterizzati da una minore variabilità, presentano
valori più bassi soprattutto per gli indicatori di utilizzo di
strumenti Ict più avanzati (scambio di informazioni sulla filiera
produttiva, vendite on line). Le medie imprese si caratterizzano
per una maggiore variabilità nell’utilizzo delle reti interne
(Intranet) e degli acquisti on line. Per le grandi si nota una
elevata disparità di comportamento nell’adozione di soluzioni di
e-commerce e livelli diversificati di utilizzo di Internet nei
rapporti con la pubblica amministrazione".

L'Italia
Il Rapporto evidenzia il ritardo delle imprese italiane. "Per
la maggior parte degli indicatori considerati – si legge, infatti
–  l’Italia si colloca su livelli inferiori a quelli medi
dell’Ue27. Il ritardo più consistente si registra con
riferimento alla realizzazione di vendite on line, effettuate da
meno di un’impresa su 20 in Italia, meglio solo di Bulgaria e
Romania. Seguono la presenza di reti Intranet, registrata nel 21,2
per cento delle imprese italiane e nel 40,1 per cento di quelle
europee e gli acquisti on line (28,5 e 36,5 per cento
rispettivamente). La peggiore performance delle imprese italiane
accomuna tutte le classi dimensionali, ma la distanza rispetto alle
imprese europee si riduce al crescere della dimensione".

Meglio fanno le imprese italiane "nell’utilizzo di Internet
per i rapporti con la pubblica amministrazione (e-government) e lo
scambio elettronico di informazioni per la gestione della filiera
produttiva – dice l'Istat –  due indicatori in cui la
performance media italiana è superiore a quella media europea.
Anche in questo caso la migliore performance si osserva in tutte le
classi dimensionali  – conclude il Rapporto – e sono proprio le
piccole imprese italiane a mostrare i risultati relativamente
migliori, contribuendo alla performance complessiva del Paese
soprattutto per lo scambio elettronico di informazioni.

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