Maggiori semplificazioni per le Pmi che usano la fattura elettronica. A chiederlo Rete Imprese in una memoria depositata da Rete Imprese Italia in commissione Affari costituzionali e Lavori Pubblici del Senato in occasione di un’audizione sul dl Semplificazioni.
Anche se nel dl Semplificazioni non ci sono norme in materia fiscale, “riteniamo che questo decreto possa rappresentare per il Parlamento un’opportunità di semplificare la vita delle imprese anche da un punto di vista fiscale”, si legge nel testo.
Secondo l’associazione le semplificazioni proposte dal provvedimento, anche alla luce della e-fattura generalizzata entrata in vigore il 1° gennaio di quest’anno, “rendono oltremodo onerosi per le imprese una serie di adempimenti che, a nostro avviso, non hanno più alcuna ragione di esistere con l’entrata in vigore del nuovo obbligo, che permetterà un controllo puntuale sulle posizioni fiscali dei singoli contribuenti”.
Rete Imprese specifica che “vanno pertanto eliminati tutti gli obblighi di comunicazione dei dati, vanno abrogati i regimi Iva dello ‘split payment’ e del ‘reverse charge’, va ridotta la ritenuta dell’8% attualmente prevista sui bonifici relativi a spese che conferiscono detrazioni fiscali e innalzato il limite da cui scatta l’obbligo di apposizione del visto per compensare i crediti Iva”.
Intanto non si placano le polemiche all’indomani del debutto della e-fattura B2B, nonostante le rassicurazioni dell’Agenzia delle Entrate, secondo cui il margine di errore del 6% è fisiologico nei primi tempi di attuazione. Per fare fronte ad eventuali anomale, l’Ade sta utilizzando un software “sonda” per monitorare l’andamento della fatturazione elettronica B2B e rilevare eventuali anomalie. Insieme ad esso una team di 60 eperti che misurano l’andamento dei server.
In base ai dati forniti finora dall’Ade, la media dei primi quattro giorni del 2019 registra l’emissione quotidiana di circa 700 mila fatture elettroniche, per un totale di 2,8 milioni di e-fatture predisposte da 120 mila operatori.
Secondo l’agenzia fiscale la percentuale di errori si è attestata intorno al 6%, una cifra considerata “fisiologica” e determinata da sbagli che avrebbero invalidato, comunque, anche le fatture cartacee. Si tratta – fanno sapere a CorCom dall’Agenzia – di un margine di errore molto inferiore quello registrato all’avvio dell’obbligo di e-fattura verso la PA nel 2015 che fu del 30% nelle prime giornate.
Alle 17 di ieri erano già state emesse 4,7 milioni di fatture ma l’Associazione nazionale commercialisti lamenta gravi disservizi, contestazioni in parte smentite o attenuate dalle associazioni imprenditoriali e dall’Ordine nazionale dei commercialisti.
Dati che, pur mancando il dettaglio delle giornate del 5 e del 6 gennaio, confermerebbero l’assenza di disservizi.
La rassicurazioni dell’agenzia non servono però a tranquillizare i commercialisti che sono tornati alla carica. L’Associazione Nazionale Commercialisti ha rilevato che continuano a pervenire segnalazioni di malfunzionamenti gravi e blocchi sul sistema di fatturazione elettronica.
Il vero banco di prova arriverà comunque nei primi 16 giorni di febbraio, quando arriverà l’obbligo di emissione di e-fattura per chi ha optato per la liquidazione mensile dell’Iva.