“Dal punto di vista clinico, l’aspetto peculiare di Motore è la volontarietà richiesta al paziente, supportato soltanto se mostra l’intenzione di eseguire l’esercizio. Questo è importante, trattandosi di una riabilitazione che coinvolge il sistema nervoso centrale”. Parla così a CorCom Andrea Scoglio, amministratore delegato di Humanware, azienda spin off della scuola superiore Sant’Anna di Pisa che, in collaborazione con il laboratorio di robotica percettiva dell’istituto Tecip (Tecnologie della comunicazione, dell’informazione e della percezione) della stessa scuola, ha sviluppato un robot per la riabilitazione post ictus a casa. “Motore è un dispositivo portatile a disposizione di clinici e fisioterapisti per il recupero e la valutazione funzionale dell’arto superiore in pazienti che hanno subito traumi di tipo neurologico”, spiega Scoglio, che quindi sciorina i vantaggi del robot.
“È di facile utilizzo, impiegabile in una residenza sanitaria assistita oppure all’interno di un’abitazione ed è facilmente trasportabile da un ambiente all’altro. Per adoperarlo è sufficiente svolgere un breve corso di formazione”. Dettagliando, sono gli stessi pazienti a eseguire le attività di riabilitazione attraverso giochi divertenti e stimolanti che – coinvolgendo tatto, vista, udito – mirano a facilitare il recupero. “Si tratta di esercizi competitivi, non asettici, che trovano il favore di chi li utilizza”, riprende Scoglio, che quindi evidenzia la praticità di Motore. “Rispetto ai pesanti e ingombranti bracci robotici, il sistema che abbiamo sviluppato insieme alla scuola superiore Sant’Anna ha dimensioni tali da poter essere posizionato su una scrivania, dove è in grado di muoversi su ruote ed è collegato senza fili a un pc, attraverso il quale il paziente esegue gli esercizi come se si trattasse di un videogame”.
Da parte sua Motore – utilizzato in fase sperimentale presso il centro di riabilitazione Auxilium vitae di Volterra e l’ospedale Cisanello di Pisa, è pronto ad essere commercializzato oltre i confini nazionali – misura con esattezza forza e movimenti, valutando in maniera precisa i progressi ottenuti grazie alla terapia. Riprende Scoglio: “Grazie a Motore i pazienti non hanno bisogno di una figura di supporto, quindi un solo terapista è in grado di supervisionare, al contempo, più persone”. Un’opzione, questa, che potrebbe determinare una forte riduzione di spesa a carico del sistema sanitario. A tale proposito l’amministratore delegato di Humanware spiega che “considerati i tagli progressivi a cui è soggetto, con un dispositivo del genere a parità di numero di operatori, è possibile garantire una maggiore quantità di terapia ai pazienti oppure curarli per un periodo più lungo, a parità di costo”.