Progettare con il mondo della clinica, co-disegnare le tecnologie da applicare, e acquisire i dati clinici genetici. Sono i tre step su cui si muoverà la strategia dello “Human technology Hub” di Erzelli, in Liguria, il polo della ricerca sulle tecnologie dedicate all’essere umano nato dalla partnership tra l’Istituto italiano di tecnologia di Genova e la Regione Liguria.
Il protocollo di intesa siglato ieri prevede che il Polo trovi la propria sede nell’edifico dell’Iit ad Erzelli, di cui l’Istituto occupa un piano su cinque, e di cui tre saranno riservati alle attività del nuovo centro. Un altro piano sarà riservato alle startup che collaboreranno con il progetto, mentre si prevede che nello stesso edificio ci sarà un laboratorio in cui Nikon studierà e progetterà nuovi microscopi hi-tech.
“L’obiettivo – spiega Roberto Cingolani, direttore scientifico dell’Iit, che è tra l’altro capofila del progetto Human technopole che soergerà a Milano – è vivere bene fino a 120 anni. Con i dati che acquisiremo riusciremo a realizzare ciò per cui il corpo umano è progettato”.
“Erzelli è diventato un parco che ha finalmente un’anima e avvia un importante progetto di sviluppo su human technology e big data, mettendo in filiera eccellenze sanitarie e della ricerca in un unico progetto”, afferma Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria.
Ma quello tra big data è e-health è un link che è sempre più presente tra le priorità degli addetti ai lavori. Al di là dell’esperienza appena nata in Liguria, infatti, su tutto il territorio nazionale il dibattito è aperto e le iniziative si rincorrono. Come in Lombardia, dove il 29 marzo a Palazzo Pirelli Anitec organizza insieme alla Regione e alla Conferenza stato-regioni un giornata sul tema “La gestione del dato sanitario: sicurezza e cloud nell’era dei big data”.
“L’analisi dei Big Data diventa particolarmente rilevante quando si parla di sanità, e questo perché le tecnologie digitali applicate all’ambito sanitario consentono un monitoraggio sempre più costante sia delle strutture, sia dei pazienti, all’interno di percorsi di cura sempre più dedicati – afferma Nicola Ruggiero, vicepresidente di Anitec – Tutto ciò, ove abbinato alla potenza della Rete Internet a banda ultralarga, trasforma, di fatto, almeno in parte, il paziente in ospedale, in laboratorio scientifico ed in medico di sé stesso, grazie alla generazione dell’informazione in tempo reale ed alla gestione delle conseguenti analisi e percorsi terapeutici. Diventa quindi ancora più importante garantire la sicurezza del dato, la protezione dello stesso lungo i canali di comunicazione e la certezza che esso non sia impropriamente manipolato. È un chiaro esempio di come l’innovazione digitale cambi in meglio la vita di tutti noi, ma allo stesso tempo spinga la frontiera dell’industria e dell’etica verso scenari nuovi richiedendo di ridisegnare l’architettura dei sistemi sanitari”.