La banda si sta allargando, ora bisogna allargare anche la mentalità: della pubblica amministrazione, innanzitutto. Fare cultura sociale sull’innovazione e sulla digitalizzazione: ecco quello che occorre per evitare che le difficoltà dell’execution frenino ancora il recupero, finalmente in atto, del tempo perduto dal Paese.
Visti i passi avanti oggettivi che sono stati fatti – sia dall’iniziativa pubblica, tra Enel e Metroweb, che da quella privata – verso la rigenerazione della rete fissa; vista la qualità della rete mobile 4G e le prospettive interessanti e ravvicinate di quella 5G; è ora di andare oltre le infrastrutture, contagiare virtuosamente i comportamenti e le aspirazioni di tutti – nel pubblico impiego, nella scuola, nella società civile e nell’impresa – affinché tutta questa nuova disponibilità di banda si traduca anche in una nuova larghezza di vedute. Il salto di qualità digitale del Paese può scattare solo da questo.
Certo, non va dato nulla per scontato e quindi i processi in corso per il completamento delle infrastrutture vanno presidiati affinché non rallentino; ma dobbiamo da subito guardare in positivo ad una fase ormai imminente in cui il Paese, tra infrastruttura fissa e mobile, avrà finalmente a disposizione la banda che serve e dovrà usarla come merita. In questo senso, la digitalizzazione della pubblica amministrazione e dei servizi pubblici locali è un passaggio chiave. Perché da un lato convince i cittadini di quanto sia utile il nuovo mondo, ma dall’altro li costringe garbatamente a farne parte. Una nuova educazione civica alla Rete.