l digitale rappresenta una delle principali leve nel processo di modernizzazione della Pubblica amministrazione che deve portare ad un miglioramento di qualità, innovatività e costo dei servizi offerti ai cittadini. In questo vero e proprio processo di ristrutturazione del Paese, le Regioni e Province Autonome possono e devono svolgere un ruolo fondamentale; senza il loro apporto, infatti, nessun programma concreto ed efficace di Agenda Digitale sarà possibile.
In questo quadro la presenza di società Ict in-house possedute dalle Regioni e Province Autonome stesse rappresenta una leva o un ostacolo all’innovazione?
Il confronto tra sostenitori e detrattori del modello delle società Ict in-house su questa questione rischia di essere acceso quanto sterile ed inutilmente ideologico.
Non esiste oggi un modello unico di società Ict in-house: nel tempo le Regioni e le Province Autonome si sono date sistemi di gestione dell’Ict diversi, in funzione dei quali le loro società in-house hanno assunto ruoli, modelli di governance e assetti organizzativi differenti che hanno poi portato a diversi livelli di efficacia.
In una situazione di drammatico ritardo nello sviluppo digitale, il vero problema non è tanto se mantenere o meno le in-house, quanto che assetto organizzativo e ruolo dar loro e come traguardare e accompagnare il necessario percorso di trasformazione che deve portare molte delle in-house ad abbandonare il ruolo di “fabbrica pubblica” di software, per diventare punto di qualificazione della domanda e laboratorio di innovazione aperto all’offerta del mercato.
Per rispondere a questa sfida, le società Ict in-house hanno avviato all’interno della loro associazione un percorso di confronto che ha portato all’individuazione di modelli di riferimento e best practice, ed alla definizione di fabbisogni comuni di competenze e figure professionali.
Da questa esperienza nasce Assinter Academy, un centro di formazione e qualificazione permanente al servizio della trasformazione delle competenze delle Ict in-house.
Considerato il contesto e i presupposti descritti, il progetto di Academy per il management delle Ict in-house regionali e provinciali si è delineato necessariamente lungo le due dimensioni della matrice “Autonomia strategica” e “Autonomia operativa” che disegnano i possibili posizionamenti di ruolo delle società stesse e all’interno dei quali si auspica il percorso di cambiamento e di trasformazione delle Ict in-house stesse e dei loro azionisti verso il ruolo di “Partner strategico”.
Una delle prime iniziative dell’Academy è stato il Master dell’Innovazione Digitale nell’Amministrazione Pubblica (Midap), rivolta in prima istanza al management IT delle società in-house, ma in prospettiva anche per i rappresentanti degli azionisti (Regioni, Provincie in primis), finalizzata a creare quelle figure manageriali chiave che oggi l’Unione Europea chiama eLeader (si veda il programma di eLeadership). Si tratta di una figura non IT ma comunqueddotata di robuste competenze di Information Technology – non di semplice uso delle tecnologie IT come spesso qualcuno fraintende – ma di vero IT management, cioè di guida, indirizzo nonché di scelta e valutazione organizzativa delle IT.
La dimensione dell’autonomia strategica ha indotto ad immaginare un modulo dedicato alla “Governance e alla Strategia dell’IT” e un modulo dedicato alle “Performance e valore dell’IT”.
La dimensione dell’Autonomia Operativa ha invece spinto alla progettazione degli altri moduli che articolano e descrivono tutti gli strumenti e processi che le IT in house possono impiegare per realizzare al meglio gli obiettivi strategici assegnati dagli azionisti: “Organizzazione IT”, “Project management avanzato”, “Demand Management” e “Supply management”.
AGENDA DIGITALE
E-skills, la chiave sono le in house
Le società pubbliche dell’IT possono giocare un ruolo primario nella diffusione delle nuove competenze
Pubblicato il 04 Ott 2014
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