Nel 2017 si contano 116 società Fintech in Italia e di queste 63 sono vigilate. Sono i numeri del censimento condotto dalla Consob e pubblicato nella Relazione per l’anno 2017. La Commissione nazionale per le società e la borsa ha avviato la vigilanza anche sui nuovi soggetti tech del mondo assicurativo e bancario.
Di queste 116 società, venti sono iscritte nella sezione ordinaria del registro per l’equity crowfunding (retail), contro le 16 dell’anno precedente. Due sono inserite nella sezione speciale dedicata alle banche e alle imprese di investimento. Con il crowfunding sono stati raccolti 31 miliardi di euro complessivi a partire dal 2014. L’importo medio di ciascuna operazione è pari a 220 mila euro. Nel 2017 le società di servizi di pagamento che rientrano nell’ambito delle Fintech sono 29, di cui 12 vigilate.
Nella sua relazione la Consob avverte anche sui pericoli per gli utenti. Secondo la Commissione, “in assenza di un quadro giuridico preciso, l’utilizzo di criptovalute pone una serie di rischi per gli utenti“. Dalla fine del 2016 a oggi la Consob ha adottato tre provvedimenti di sospensione cautelare dell’attività e di divieto per violazione della disciplina degli emittenti e per violazione della disciplina degli intermediari, inviando cinque segnalazioni all’autorità giudiziaria per “fatti penalmente rilevanti”.
Attenzione anche ai movimenti su Internet. L’attività di controllo sul web ha portato nel 2017 a 271 accertamenti di presunto abusivismo, con 530 siti esaminati. La Commissione sottolinea infatti che i soggetti non autorizzati operano spesso via web, per quasi il 70% dei casi.
Nei primi tre mesi del 2018 la Consob ha emanato 23 delibere di cessazione di attività non autorizzata, esercitando il nuovo potere acquisito a partire dal mese di gennaio. Le iniziative di contrasto sono aumentate a 167, il 14% in più rispetto al 2016.