LO STUDIO

A passo di lumaca l’e-commerce italiano, Pmi al palo

Report Bem Research 2018: solo il 32% di italiani fa shopping online contro il 57% dell’area euro. Il fatturato generato su Internet per le piccole e medie imprese è stato pari al 6% del totale

Pubblicato il 02 Gen 2019

e-commerce-shopping

Più italiani comprano online, ma la crescita della platea è ancora troppo lenta. Emerge dal report Bem Research (Commercio online: il passo lento dell’Italia) secondo cui nel nostro paese è aumentato di 3 punti percentuali l’utilizzo di internet per acquistare online.

Solo il 32% degli italiani ha fatto acquisti online rispetto al 57% dell’Area euro. Il divario diventa ancora più evidente se confrontato con i numeri di Regno Unito (82%), Germania (75%) e Francia (67%). Nel complesso il valore dell’e-commerce B2B e B2C è stimabile in 25,2 miliardi di euro nel 2017. Rispetto al 2016 si è registrato una riduzione di circa 700 milioni di euro, corrispondente ad una variazione percentuale del -2,8%. Nel 2015 era pari a 21 miliardi. Tra i prodotti più acquistati online abbigliamento (17%), articoli per la casa, viaggi e trasporti (16%), prodotti tecnologici (14%), libri e giornali (13%), film, musica e biglietti per spettacoli (11%), alimenti (5%), telefonia e servizi assicurativi (4%).

Il consumatore tipo è uomo, tra 24 e 34 anni. Le donne acquistano di meno tramite il web: sono appena il 20% le italiane che nel 2017 hanno utilizzato Internet per le loro spese, contro il 26% degli uomini. Un certo divario tra uomini e donne si riscontra anche negli altri principali paesi europei. In ogni caso il gap è più contenuto rispetto a quello osservato in Italia. A livello geografico isole e sud d’Italia evidenziano un ritardo rispetto al resto del paese, anche se in riduzione rispetto all’anno scorso; l’area del paese con la maggior diffusione nell’utilizzo di Internet per acquistare beni e servizi è il nord-est.

Le regioni italiane con più acquisti online sono il Friuli-Venezia Giulia (40% gli individui che hanno effettuato spese tramite il web), Valle d’Aosta (39%), Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna (38%). In fondo alla classifica rimangono Campania (20%), Calabria (24%) e Sicilia (25%), regioni che rispetto all’anno passato sono comunque riuscite a evidenziare miglioramenti.

Dal punto di vista delle piccole e medie imprese, il fatturato prodotto su Internet è stato pari al 6% del totale nel 2017, stesso valore del 2016, mentre per le Pmi europee la media è aumentata di un punto fino al 10%. “Considerando che il 95% delle realtà imprenditoriali italiane sono micro imprese con meno di 10 addetti, il più delle volte ingolfate dalla burocrazia e guidate da imprenditori con scarse competenze finanziarie e digitali, ad oggi appare alquanto utopico pensare che possano competere online contro giganti del web – commenta Mariachiara Marsella, web marketing manager di Bem Research -. La sfida per l’impresa italiana messa alla corda dalla concorrenza europea, e non solo, è quella di rendere riconoscibile il proprio marchio anche se nell’ambito di specifiche nicchie di mercato”.

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