CONCORRENZA

Amazon, ecco i 3 impegni per chiudere le indagini Antitrust Ue

Non usare i dati dei venditori terzi per il business retail, aggiungere un secondo Buy Box e modificare le condizioni di accesso a Prime, le proposte. Ora la Commissione aprirà una consultazione tra i competitor per poi prendere una decisione definitiva

Pubblicato il 14 Lug 2022

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Amazon si è offerta di affrontare con precisi impegni i problemi di concorrenza relativi all’uso di dati sui venditori del mercato non pubblico e su un possibile pregiudizio nel concedere ai venditori l’accesso alla sua Buy box e al suo programma Prime. Lo hanno fatto sapere le autorità di regolamentazione dell’Ue, chiarendo che la mossa giunge al termine di una doppia indagine di Bruxelles, dalla quale sarebbe potuta scaturire una sanzione molto pesante (fino al 10% del suo fatturato) ai danni del gigante dell’e-commerce per aver violato le regole di concorrenza dell’Ue.

La Commissione europea ha affermato che competitor e clienti hanno ora tempo fino al 9 settembre per fornire un feedback alla proposta di Amazon, prima di decidere se accettare l’offerta e terminare le sue due indagini.

Le indagini della Commissione

Amazon è un’azienda basata sui dati le cui decisioni di vendita al dettaglio sono per la maggior parte guidate da sistemi automatizzati, alimentati dai dati rilevanti. La società ha un duplice ruolo come piattaforma: gestisce un mercato in cui i venditori indipendenti possono vendere prodotti direttamente ai consumatori e, allo stesso tempo, vende prodotti sulla sua piattaforma come rivenditore, in concorrenza con i venditori indipendenti. Come risultato di questa doppia posizione, Amazon ha accesso a grandi insiemi di dati sulle attività dei venditori indipendenti sulla sua piattaforma, inclusi dati aziendali non pubblici.

Il 17 luglio 2019 la Commissione Ue ha avviato un’indagine formale per valutare se l’utilizzo da parte di Amazon di dati non pubblici di dettaglianti indipendenti che vendono sul proprio mercato violasse le norme dell’Ue in materia di concorrenza. Il 10 novembre 2020, la Commissione ha pubblicato una comunicazione degli addebiti in cui delineava la sua opinione preliminare secondo cui Amazon non dovrebbe fare affidamento sui dati aziendali dei venditori indipendenti per calibrare le sue decisioni di vendita al dettaglio, poiché ciò distorce la concorrenza leale sulla sua piattaforma e impedisce una concorrenza effettiva.

Parallelamente, la Commissione Ue ha aperto una seconda indagine su Buy box di Amazon, che mostra in modo visibile l’offerta di un singolo venditore e consente di acquistare rapidamente i prodotti facendo clic direttamente su un pulsante di acquisto, e sul programma Prime di Amazon, che offre servizi premium ai clienti a un canone mensile o annuale e consente ai venditori indipendenti di vendere ai clienti Prime a determinate condizioni.

La Commissione ha rilevato preliminarmente che le regole e i criteri per Buy Box e Prime favoriscono indebitamente le attività di vendita al dettaglio di Amazon, nonché i venditori sul mercato che utilizzano i servizi di logistica e consegna di Amazon. Questo pregiudizio può danneggiare altri venditori del mercato, i loro corrieri indipendenti, altri mercati, nonché i consumatori che potrebbero non visualizzare le migliori offerte.

Gli impegni offerti da Amazon

Per affrontare i problemi di concorrenza, Amazon ha offerto i seguenti impegni.

Per quanto riguarda i dati dei venditori sul mercato, Amazon si impegna ad astenersi dall’utilizzare dati non pubblici relativi o derivati dalle attività dei venditori indipendenti sul proprio mercato, per le sue attività di vendita al dettaglio in concorrenza con tali venditori. Ciò si applicherebbe sia agli strumenti automatizzati di Amazon che ai dipendenti che potrebbero utilizzare in modo incrociato i dati di Amazon marketplace, ai fini delle decisioni di vendita al dettaglio. I dati rilevanti riguarderebbero sia dati individuali che aggregati, come condizioni di vendita, ricavi, spedizioni, informazioni relative all’inventario, dati sulle visite dei consumatori o prestazioni del venditore sulla piattaforma. Amazon si impegna a non utilizzare tali dati allo scopo di vendere prodotti di marca e prodotti a marchio del distributore.

In relazione alla Buy box, Amazon si impegna ad applicare parità di trattamento a tutti i venditori nella graduatoria delle loro offerte ai fini della selezione del vincitore della Buy box e, inoltre, a mostrare una seconda offerta concorrente al vincitore della Buy box se esiste una seconda offerta sufficientemente differenziata dalla prima per prezzo e/o consegna. Entrambe le offerte visualizzeranno le stesse informazioni descrittive e forniranno la stessa esperienza di acquisto. Ciò migliorerà la scelta del consumatore.

Infine, per quanto riguarda Prime, l’azienda si impegna a stabilire condizioni e criteri non discriminatori per la qualificazione dei venditori sul mercato e delle offerte al programma; a consentire ai venditori Prime di scegliere liberamente qualsiasi vettore per i loro servizi logistici e di consegna e negoziare i termini direttamente con il vettore di loro scelta; a non utilizzare alcuna informazione ottenuta tramite Prime in merito ai termini e alle prestazioni di vettori terzi, per i propri servizi logistici. Questo per garantire che i dati dei corrieri non fluiscano direttamente ai servizi logistici concorrenti di Amazon.

Italia in attesa della decisione del Garante

Gli impegni offerti coprono tutti i mercati attuali e futuri di Amazon nello Spazio economico europeo. Escludono l’Italia per gli impegni relativi a Buy box e Prime in vista della decisione del 30 novembre 2021 dell’Autorità garante della concorrenza italiana che già imponeva rimedi ad Amazon per quanto riguarda il mercato italiano.

Gli impegni rimarrebbero in vigore per cinque anni. La loro attuazione sarebbe controllata da un fiduciario di controllo che riferirebbe regolarmente alla Commissione. Nel frattempo, la Commissione Ue invita tutte le parti interessate a presentare le proprie opinioni sugli impegni proposti da Amazon entro il 9 settembre 2022. 

Il commento di Amazon

“Sebbene abbiamo una seria preoccupazione che il Digital Markets Act prenda di mira ingiustamente Amazon e poche altre società statunitensi e non siamo d’accordo con diverse conclusioni tratte dalla Commissione europea – fa sapere Amazon – Ci siamo impegnati in modo costruttivo con la Commissione per prendere in considerazione le loro preoccupazioni e preservare la nostra capacità di servire i clienti europei e le oltre 185.000 piccole e medie imprese europee che vendono attraverso i nostri negozi. Nessuna azienda più di Amazon ha a cuore le piccole imprese o ha fatto più di noi per supportarle negli ultimi due decenni”.

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