E-COMMERCE

Amazon, scatta una “tassa” per i membri del programma Seller Fulfilled Prime

Dal 1° ottobre i reseller terzi dovranno pagare una commissione del 2% su ogni vendita che si aggiunge a quella compresa fra l’8% e il 15%. Una mossa che potrebbe far inasprire le azioni dei regolatori sul potere di mercato del colosso americano. La Federal Trade Commission si starebbe preparando ad aprire un dossier

Pubblicato il 17 Ago 2023

amazon

Amazon imporrà nuove commissioni ai venditori terzi che spediscono i propri prodotti direttamente ai clienti senza utilizzare il servizio di evasione ordini dell’azienda. A partire dal 1° ottobre, la società applicherà una tassa del 2% su ogni prodotto venduto dai merchant membri del programma Seller Fulfilled Prime, o un minimo di 0,25 dollari ad articolo. Una mossa che inasprisce i controlli sull’azienda da parte della Federal Trade Commission che potrebbe prepararsi ad aprire un dossier sul campione dell’e-commerce.

Cos’è il programma Sellers Fulfilled

Lanciato nel 2015, il programma Sellers Fulfilled Prime consente ai commercianti di visualizzare un “badge Prime” sulle proprie inserzioni senza pagare il servizio di evasione ordini di Amazon noto come Fulfillment by Amazon. In cambio, i venditori devono evadere gli ordini con consegna in un giorno e due senza costi aggiuntivi per i clienti Prime, che pagano una tariffa mensile per spedizioni più veloci e altri vantaggi. Amazon ha sospeso l’iscrizione al programma alcuni anni fa ma due mesi fa ha dichiarato che avrebbe riaperto le iscrizioni.

Rischi di stretta antitrust

La notizia della nuova “tassa” arriva mentre Amazon affronta un crescente controllo da parte dei regolatori del suo potere di mercato e del trattamento effettuato nei confronti dei venditori. Il gigante dell’e-commerce addebita inoltre ai venditori una commissione compresa tra l′8% e il 15% su ogni vendita. I venditori possono anche scegliere, pagando, opzioni come lo stoccaggio in magazzino, l’imballaggio e la spedizione, nonché le spese pubblicitarie.

Il mercato di Amazon è sempre più al centro degli investigatori antitrust negli Stati Uniti e all’estero, molti dei quali ritengono che la società utilizzi il proprio potere per “spremere” i commercianti che vendono sulla piattaforma.

In particolare i regolatori stanno analizzando se Amazon spinge i venditori a utilizzare i propri servizi in cambio di un trattamento preferenziale sul mercato.

La Federal Trade Commission, secondo osservatori stranieri, sembra si stia preparando a intentare una causa contro Amazon già questo mese. L’agenzia ha sondato l’azienda su diversi fronti, incluso il trattamento riservato ai venditori sul mercato, che ora rappresenta circa il 60% delle sue vendite al dettaglio complessive.

La replica di Amazon

Amazon ha respinto le accuse dei regolatori. In un post sul suo blog la società controbatte che i venditori continuano ad affluire nel suo mercato “perché rappresenta un grande valore”.

“Questi servizi opzionali a pagamento – scrive nel blog Dharmesh Mehta, vp di Amazon per i servizi dei partner di vendita in tutto il mondo – non sono necessari per avere successo nel negozio Amazon: alcuni venditori indipendenti gestiscono fiorenti attività senza averli, ma molti venditori scelgono di utilizzarli perché offrono opportunità di grande impatto per guidare la crescita della loro attività a costi inferiori”.

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