Amazon ha annunciato il suo primo split azionario dai tempi boom delle dot-com, comunicando agli investitori che riceveranno 20 azioni per ogni cedola attualmente in loro possesso. Più precisamente, si tratta del quarto stock-split di Amazon dalla sua Ipo nel 1997 e il primo dal 1999.
I dettagli dell’operazione
Le distribuzioni del frazionamento azionario saranno effettuate nei confronti degli azionisti alla chiusura delle attività il 3 giugno e le negoziazioni inizieranno su base frazionata il 6 giugno. La società ha inoltre comunicato che il consiglio di amministrazione ha autorizzato un buy back delle azioni per un valore fino a 10 miliardi di dollari. Dopo la divulgazione delle novità, il titolo del gruppo è salito del 6% nel trading esteso.
“Questa operazione darebbe ai nostri dipendenti una maggiore flessibilità nel modo in cui gestiscono la propria partecipazione in Amazon e renderebbe il prezzo delle azioni più accessibile per le persone che desiderano investire nell’azienda”, ha affermato un portavoce di Amazon in una nota.
Amazon è l’ultima Big tech ad aver abbassato il prezzo di ciascuna azione attraverso uno stock-split. Alphabet ha annunciato per esempio uno split venti per uno a febbraio, mentre a metà del 2020 Apple aveva rivelato i piani per una divisione quattro per uno. Tesla ha invece optato per una divisione cinque per uno.
Sospesi in Russia servizi di ecommerce e streaming video
Il colosso dell’ecommerce ha anche annunciato di aver interrotto i servizi di spedizione dei prodotti e di aver inibito l’accesso alla sua piattaforma di streaming video ai clienti russi come risposta all’aggressione russa nei confronti dell’Ucraina. La decisione si aggiunge allo stop alle nuove sottoscrizioni di aziende russe e bielorusse all’offerta cloud Amazon Web Services.
Il Dipartimento di Giustizia chiede di aprire un’indagine sul gruppo
Nel frattempo Amazon deve affrontare una questione spinosa sul piano del trattamento dei dati in chiave Antitrust. I membri bipartisan della Commissione giudiziaria della Camera degli Stati Uniti d’America hanno infatti denunciato Amazon al Dipartimento di Giustizia, per aver tentato di ostacolare le loro indagini sulla concorrenza all’interno del settore tecnologico. In una lettera di 24 pagine, i legislatori sostengono che il gigante dell’ecommerce ha fuorviato e ostacolato la commissione con dichiarazione false e imprecise, rifiutandosi di fornire documenti aziendali o comunicazioni.
I legislatori hanno dichiarato che Amazon avrebbe mentito tentando di bloccare l’indagine nel tentativo di “nascondere la verità” su come l’azienda utilizza i dati di venditori terzi per aumentare la presenza di propri prodotti come risultato dei motori di ricerca, violando le leggi sulla concorrenza poiché favorisce le proprie referenze a discapito di quelle di altri produttori presenti sulla piattaforma. I membri della commissione hanno chiesto al Dipartimento di Giustizia di aprire un’indagine su Amazon e su alcuni dei suoi dirigenti.