I business plan del 2020 non sono più adatti, le acquisizioni sono saltate ed i clienti cancellano ordini. Chi si definiva un disruptor è stato a sua volta disrupted dal Covid-19. Prima accetteremo questa realtà e prima saremo in grado di trovare nuove opportunità. Ma una crisi può portare con sé delle opportunità. Proprio circa 20 anni fa, in piena esplosione della Sars, il 10 maggio 2003 Alibaba lanciò Taobao che sarebbe diventato il sito di e-commerce più grande del mondo. Questo è come dire che durante il Covid-19 verrà creata una nuova Amazon. Per quanto possa sembrare difficile, la storia ci insegna che i semi di qualcosa di grande possono essere gettati in momenti come questi.
Secondo il National Bureau of Statistics, nel mese di marzo, oltre la metà delle imprese intervistate ha ripreso il lavoro e la produzione. Ciò non significa che l’economica cinese sia tornata alla normalità, ma che si sia stabilizzata ai livelli minimi dopo la caduta. In tutto ciò, l’e-commerce e la digitalizzazione di alcune attività hanno continuato a crescere. Cinque sono i principi a cui ci si può ispirare per capire come alcune società cinesi abbiano usato la tecnologia e la flessibilità per gestire l’emergenza Covid.
Tra il 26 ed il 30 di marzo, sebbene musei e cinema siano ancora chiusi, la Cina non ha rinunciato alla Shanghai Fashion Week, ma ha deciso di proporla in una nuova veste. Più di 150 brand hanno sfilato con la loro collezione autunno inverno 2020 vendendo contemporaneamente i lori abiti in streaming su Tmall, la piattaforma di Alibaba con 500 milioni di utenti. Oltre 2.5 milioni di persone hanno guardato la cerimonia di apertura, mentre 6 milioni hanno assistito alle sfilate del 1° giorno. Nello stesso periodo, ma dall’altra parte del mondo, il Metropolitan Museum of Art di New York, che quest’anno celebra il suo 150 anni senza poter avere visitatori, ha lanciato un servizio di streaming live con Pinduoduo, la terza piattaforma di e-commerce cinese. Il personale del museo tiene in mano una telecamera per mostrare agli spettatori cinesi le diverse aree espositive e permettendo a questi di commentare e interagire. Due tra le società di e-commerce più grandi al mondo hanno sfruttato questo periodo per portare online attività tradizionalmente rimaste offline. Infatti con aerei e turismo completamente congelato, hanno trovato il modo di far viaggiare milioni di persone comodamente in poltrona.
Nel mese di gennaio e febbraio le vendite nel settore retail sono calate del 20,5%, rispetto al 2019 e le vendite online nel settore abbigliamento sono calate del 15%. Il rivenditore di scarpe cinese Red Dragonfly non si è però dato per vinto. Dopo aver chiuso quasi tutti i suoi 4.000 negozi, ha formato tutti i suoi 5000 dipendenti su come vendere prodotti online. Tra affitti dei negozi e fabbriche ammontavano a circa 14,1 milioni di dollari le spese mensili a cui fare fronte. L’8 marzo, il marchio ha trasmesso una sessione live streaming che ha attirato oltre 435.300 visualizzazioni e ha contribuito a incrementare le vendite dei suoi flagship store del 114%. Nel giro di un solo mese una società tipicamente retail ha trovato il modo di sopravvivere cambiando il mix dei canali di vendita. Questo è molto diverso da quello a cui stiamo assistendo negli Stati Uniti dove L Brands, società che controlla Victoria Secret, ha annunciato a fine marzo che la maggior parte dei suoi 94.000 dipendenti sarebbe stata messa in ferie senza paga.
Ma le innovazioni non sono avvenute solo nel settore moda. Il settore assicurativo, notoriamente conservatore, ha visto una società come Ant Financial, il braccio finanziario di Alibaba, aggiungere ai suoi prodotti una copertura assicurativa gratuita correlata al coronavirus. Il risultato è che le entrate dell’assicurazione sanitaria a febbraio sono aumentando del 30%. Ant Financial ha dimostrato di saper innovare il prodotto basandosi su nuove esigenze.
L’esempio più importante e di ispirazione arriva però dal settore della grande distribuzione dove Hema, la nuova catena di supermercati tecnologici di Alibaba con circa 200 negozi in tutto il paese, ha saputo colmare la forte carenza di personale nelle consegne. Oltre 40 ristoranti, hotel e catene cinematografiche hanno condiviso i propri dipendenti con Hema, che aveva urgente bisogno di manodopera a causa dell’improvviso aumento degli acquisti online. Le società di food delivery tra cui Ele.me, Meituan e 7Fresh di JD.com, hanno seguito questa guida prendendo in prestito manodopera dai ristoranti. Queste società sono riuscite a riassegnare il lavoro in modo flessibile permettendo a chi era rimasto senza lavoro di continuare ad avere un introito.
Infine, le stazioni di servizio di Sinopec hanno dedicato uno spazio nei piazzali per ritirare la merce comprata online nei negozi limitrofi ed evitando il congestionamento dei centri commerciali. Assegnare spiazzi inutilizzati alle consegne ha permesso di amplificare il supporto logistico.
Questi 5 casi ci fanno capire come la Cina possa offrire degli esempi utili e concreti per riuscire ad avere successo con quello che abbiamo già e non con quello che avremmo voluto.