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Data Transfer, l’accordo Ue-Usa porta in dote all’Europa 720 miliardi

L’analisi di Netcomm: da qui al 2030 l’intesa raggiunta tra Bruxelles e Washington sul trasferimento dei dati tra le due sponde dell’oceano sbloccherà l’accesso a 300 milioni di consumatori statunitensi per le aziende del Vecchio continente, contribuendo alla creazione di 700mila nuovi posti di lavoro

Pubblicato il 03 Ago 2023

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L’approvazione il 10 luglio della nuova Decisione di Adeguatezza da parte della Commissione Europea, che rende ufficiale il cosiddetto Eu-Us Data Privacy Framework, l’accordo riguardante i flussi di dati tra le due sponde dell’Atlantico, costituirà “un importante passo avanti per le imprese europee che intrattengono relazioni commerciali con gli Stati Uniti, aprendo la strada a un commercio online più fluido e sicuro, presupposto indispensabile per una cooperazione digitale più forte e prospera”. A dirlo è Roberto Liscia, Presidente di Netcomm. “Questo consentirà una maggiore dinamicità dei mercati, a beneficio delle economie nazionali e dell’Unione. Il flusso transfrontaliero di dati permetterà all’economia europea di generare 720 miliardi di euro di indotto in più entro il 2030. Netcomm ha sempre sostenuto e incoraggiato la chiusura di questo percorso promuovendo iniziative di sensibilizzazione dei media e delle istituzioni”.

Il nuovo sviluppo del mercato, a beneficio anche delle pmi

Secondo l’analisi di Netcomm, a beneficiare del nuovo quadro normativo saranno anche tutte le piccole e medie imprese che caratterizzano il tessuto imprenditoriale italiano. Sono infatti numerose le attività che hanno necessità di trasferire dati personali negli Stati Uniti: basti pensare a tutte le pmi che negli ultimi anni hanno trovato nel commercio online un alleato per espandere la propria attività e che spesso utilizzano servizi erogati da aziende statunitensi, come cloud, social media e piattaforme di comunicazione. Inoltre la decisione della Commissione Europea avrà impatti diretti e indiretti che interesseranno in primis le imprese, con una possibile crescita di 60 miliardi di euro del valore dell’export annuale – oltre la metà proveniente dal settore manifatturiero.
“I trasferimenti di dati sono alla base dei rapporti economici tra Unione Europea e Stati Uniti, con un ritorno significativo per le imprese europee, che possono così allargare il proprio bacino di clienti attraverso l’accesso a un mercato di oltre 300 milioni di consumatori statunitensi. Non solo: anche i singoli cittadini europei potranno appurarne gli effetti positivi, in quanto il flusso transatlantico dei dati consentirà all’Europa di creare 700mila nuovi posti di lavoro, molti dei quali altamente qualificati, in quanto legati allo sviluppo del digitale”, sottolinea Liscia.

I vantaggi sul piano della ricerca e della compliance

Al contempo, tali flussi di condivisione di informazioni sono fondamentali anche per attività di ricerca, anticrimine o legate alla sicurezza. Sperimentazioni cliniche, studi epidemiologici, ma anche cybersecurity, lotta al terrorismo e contrasto di fenomeni fraudolenti e di riciclaggio: sono solo alcuni degli ambiti che, coinvolgendo attività di trattamento dei dati estremamente complesse e articolate, beneficeranno dell’esistenza un “framework” condiviso.
Senza dimenticare che la certezza giuridica del nuovo quadro garantirà il rispetto dei diritti e delle libertà dei cittadini europei, anche tramite meccanismi di vigilanza e sanzionatori in caso di inadempienza da parte dei singoli operatori: “Uno dei principali cambiamenti è la limitazione dell’accesso dei dati personali da parte delle autorità pubbliche statunitensi – che potrà avvenire solo in caso di estrema necessità, come per scopi di sicurezza nazionale e di contrasto penale – mentre il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti collaborerà con le istituzioni europee sul rispetto dellaconformità al nuovo framework. Inoltre”, conclude Liscia, “il nuovo quadro normativo introduce un nuovo organo indipendente (Data Protection Review Court) con il compito di esaminare gli eventuali reclami dei cittadini europei e prendere misure correttive vincolanti, come la cancellazione dei dati raccolti. Sono tutti meccanismi pensati per assicurare che le aziende mantengano gli standard richiesti nel tempo, a tutela dei consumatori che potranno così sentirsi più sicuri durante i loro acquisti online”.

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