COPYRIGHT

E-commerce, Amazon vince la “battaglia” del brand

La Corte di Giustizia europea dà ragione alla piattaforma contro Coty che la denunciava di violazione del diritto di proprietà su prodotti venduti da terze parti. Ma per i giudici l’hosting è neutrale

Pubblicato il 02 Apr 2020

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Nessuna responsabilità per l’”hosting” di e-commerce in caso di prodotti che violano la proprietà intellettuale. Lo stabilisce la Corte di Giustizia europea dando ragione ad Amazon nel caso che l’ha vista contrapporsi alla filiale tedesca della società americana di cosmetici Coty.

Secondo gli avvocati il sito di e-commerce non è responsabile delle eventuali violazioni commesse da terze parti che non rispettano le leggi sui brand.

Sentenza storica per il “copyright” sulle merci

Si tratta di una sentenza storica per l’e-commerce, da anni al centro di dispute sulla regolamentazione della vendita di brand, soprattutto del lusso, che puntano a difendere la propria esclusività in un settore dove la contraffazione da parte di terze parti (distributori che non rispettano le regole di “copyright”) è difficilmente controllabile. E’ la trasposizione in campo “fisico” delle battaglie sul diritto d’autore nel campo dei contenuti online.

Amazon è stata portata di fronte a un tribunale tedesco dopo che Coty l’aveva accusata di violare i suoi diritti sui marchi “immagazzinando” il suo profumo Davidoff per conto di venditori di terze parti.  e dovrebbe essere ritenuto responsabile di tali pratiche. La corte tedesca ha chiesto assistenza al più alto tribunale europeo.

La Corte di giustizia dell’Unione europea (CJEU), con sede a Lussemburgo, ha sostenuto la società statunitense.

“Il semplice stoccaggio da parte di Amazon, nel contesto del suo mercato online (Amazon-Marketplace), di beni che violano i diritti sui marchi non costituisce una violazione da parte di Amazon di tali diritti sui marchi”, hanno affermato i giudici.

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