Il Paese con il maggiore fatturato dalle vendite online sono gli Stati Uniti con 9.580 miliardi di dollari, pari al 45% del Pil, seguiti da Giappone (3.416 mld, 67% del Pil) e Cina (2.604 mld, 18%). Poi la Corea del Sud con 1.302 miliardi (79% del Pil), il Regno Unito (885 mld, 31%), la Francia (785 mld, 29%) e la Germania (524 mld, 14%). L’Italia si piazza all’ottavo posto, con 431 miliardi, pari al 22% del Pil. Nella top ten anche Australia (347 mld, 25% del Pil) e Spagna (344 mld, 25%). Questi i dati messi nero su bianco dall’Unctad, la Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo. I dati si riferiscono al consuntivo 2019 ma l’agenzia ha anche elaborato anche le stime post-pandemia: le vendite mondiali da e-commerce hanno raggiunto nel 2020 i 26 trilioni di dollari, balzando dal 16% al 19% del totale delle vendite al dettaglio. Dieci delle prime 13 aziende di e-commerce hanno natali cinesi o statunitensu con Alibaba a fare la parte del leone seguita da Amazon e Shopify.
Le quote di vendita al dettaglio effettuate online in Cina e Corea del Sud sono salite a quasi un quarto del totale. Eccezionale la performance della la Gran Bretagna vicina dopo un salto dal 15,8% del 2019 al 23,3% dello scorso anno. Le vendite online negli Stati Uniti, le cui aziende di e-commerce l’anno scorso hanno registrato vendite per oltre un terzo del totale globale, sono aumentate dall’11% pari al 14%del retail nazionale. Il boom del business online del 2020 è arrivato in mezzo a quello che l’Unctad definisce il più forte calo annuale della produzione economica globale dagli anni 40 (ossia da quando l’Agenzia ha iniziato la propria attività di rilevazione).
L’e-commerce però non è stato una manna per tutti i comparti: le piattaforme specializzate nei viaggi e nel turismo hanno accusato una netta contrazione del volume d’affari. Expedia, è passata dal quinto all’11esimo posto della graduatoria dei maggiori player dell’e-commerce, con un calo dei ricavi del 66% a 37 miliardi. Contrazione anche per Booking Holdings (-63% a 35 miliardi, dal sesto al 12esimo posto) e per Airbnb (-37% a 24 miliardi, dall’11esimo al 13esimo). Nonostante ciò il volume complessivo di vendite delle prime 13 società di e-commerce è aumentato del 20,5% nel 2020 a 2.890 miliardi, dopo il +17,9% del 2019. In forte ascesa la statunitense Walmart (+72,4% a 64 miliardi di dollari dai 37 miliardi del 2019) e la canadese Shopify (+95,6% a 120 miliardi, dal nono al quinto posto globale).
Al vertice della classifica resta la cinese Alibaba con 1.145 miliardi (+20%), davanti ad Amazon con 575 miliardi (+38%) e alle altre due società cinesi JD.com (379 mld, +25,4%) e Pinduoduo (242 mld, +65,9%). A dominare il settore sono le vendite B2B (21.800 miliardi di dollari), che includono sia le vendite su piattaforme online sia le transazioni di scambio di dati elettronici.