E-COMMERCE

Lotta alla contraffazione, Amazon “stana” i truffatori con la videoconferenza

L’azienda ricorre al suo servizio online Chime per verificare identità e correttezza degli aspiranti venditori. Controlli già effettuati su 1.000 candidati con sede in Usa, Regno Unito e Giappone. Ma più colpiti saranno i commercianti cinesi

Pubblicato il 27 Apr 2020

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Più forte la strategia anti-contraffazione di Amazon. L’azienda di e-commerce sperimenta la videoconferenza per il processo di verifica di identità dei venditori “terzi” che aspirano ad aprire la propria vetrina sulla piattaforma. Inizialmente l’attività di controlli, partita a inizio anno, prevedeva incontri faccia a faccia, ma le restrizioni dovuti al Coronavirus hanno reso necessario l’utilizzo del software di videoconferenza.

La contraffazione rappresenta un ostacolo nel business, che Amazon sta da tempo tentando di arginare: il fenomeno dei prodotti “fake” ha colpito maxi-brand come Apple e Nike e in alcuni casi ha causato l’abbandono della piattaforma da parte di alcuni marchi. Ma con il Coronavirus i venditori fake si sono moltiplicati, vendendo prodotti per la salute, dalle mascherine ai gel igienizzanti, illustrati con informazioni fuorvianti e venduti a prezzi elevati.

Dove è stato eseguito il test online

Il sistema di controlli è già stato sperimentato con oltre 1.000 candidati con sede in Cina, Stati Uniti, Regno Unito e Giappone e potrebbe rendere più difficile l’accesso all’e-commerce per alcuni venditori cinesi – rappresentano il 40% dei primi 10mila venditori Amazon Europa, secondo Marketplace Pulse – che si sono registrati con più account utilizzando reti Internet private o emesso fatture false.

Il software per la videoconferenza è Amazon Chime, piattaforma pay-by-use enterprise alternativa ai servizi concorrenti come Microsoft Teams o Zoom, e non prevede controlli biometrici. I controlli di verifica automatica basati su machine learning esistenti bloccano gli account sospettati di essere fraudolenti. Nel 2019, Amazon ha bloccato circa 2,5 milioni di account ritenuti generati da truffatori.

Il test, fa sapere Amazon, “consente di collegarci uno a uno con i potenziali venditori, rendendo più difficile nascondere i truffatori”.

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