Quattro aziende dell’elettronica di consumo – Philips, Asus, Pioneer e Denon & Marantz – sono state multate della Commissione europea per un totale di 111,2 milioni di euro per aver imposto ai rivenditori online quali prezzi praticare per la vendita dei loro prodotti. La sanzione dell’Antitrust Ue arriva dopo un’indagine settoriale di 17 mesi sul commercio elettronico che ha identificato “le pratiche commerciali suscettibili di limitare la concorrenza”.
Nel febbraio 2017 la Commissione aveva già avviato tre indagini distinte relative agli alloggi per le vacanze, alla distribuzione di videogiochi per computer e alle pratiche di fissazione dei prezzi dell’elettronica di consumo suscettibili di limitare la concorrenza, ma la relazione finale presentata a maggio 2017 con le conclusioni dell’indagine settoriale permette alla Commissione di applicare in modo mirato la normativa antitrust dell’Ue sui mercati elettronici europei e, potenzialmente, di aprire ulteriori indagini antitrust.
L’indagine su Philips, Asus, Pioneer e Denon & Marantz è stata avviata a febbraio scorso ed è una delle tre aperte che hanno coperto in tutto 15 aziende dei settori elettronica di consumo, video giochi e hotel.
Secondo l’Antitrust Ue Philips, Asus, Pioneer e Denon & Marantz hanno ristretto la capacità dei negozi online di fissare autonomamente i prezzi dei loro prodotti, tra cui notebook e elettrodomestici. Pioneer ha anche limitato, ha rilevato l’indagine Ue, la capacità dei rivenditori di vendere da un paese all’altro: l’azienda ha adottato pratiche illegali in 12 paesi Ue, mentre le altre aziende multate lo hanno fatto, secondo l’Antitrust, solo in uno o due paesi. “Come conseguenza di queste pratiche illegali, per milioni di europei i prezzi di molti prodotti di elettronica di consumo sono stati molto più alti”, ha dichiarato il commissario Ue alla concorrenza Margrethe Vestager.
Asus è stata multata per 63,5 milioni di euro, Philips per 29,8 milioni, Pioneer per 10,2 milioni e Denon & Marantz per 7,7 milioni.
Le altre due indagini Ue aperte in questo ambito sono quella focalizzata sul segmento videogame (coinvolte le aziende del gruppo Valve Corp, ovvero la piattaforma di distribuzione Steam e i prodottori di giochi Bandai Namco, Capcom, Focus Home, Koch Media e ZeniMax), accusata di aver bloccato le vendite transfrontaliere; e quella rivolta ai tour operator Kuoni, REWE REGRP.UL, Thomas Cook e TUI e il gruppo di hotel Melia.
Per l’Antitrust Ue alcune pratiche messe in atto dalle imprese sui mercati elettronici possono restringere la concorrenza limitando indebitamente le modalità di distribuzione dei prodotti nell’Ue; queste restrizioni potrebbero limitare la scelta dei consumatori e impedire che si pratichino prezzi inferiori. La strategia del mercato unico digitale mira ad aiutare i consumatori ad acquistare più facilmente prodotti in altri paesi beneficiando di prezzi inferiori e di una più ampia scelta di rivenditori.