SCENARI

Economia 4.0, l’Italia è al palo: pesano i pochi investimenti in R&S

Report Ambrosetti-Elettronica Group: 9 imprese su 10 non utilizzano tecnologie avanzate. Soffrono soprattutto le Pmi. A frenare la crescita la mancanza di una governance chiara che indichi la strada da seguire e i settori strategici dove investire

Pubblicato il 14 Nov 2018

internet-economy-economia-120127170744

Un nuovo paradigma analizza il contesto competitivo in cui si trovano oggi ad operare Paesi e imprese: è la Geopolitica del Digitale, la disciplina che studia come la rivoluzione digitale trasforma la concezione dello spazio geografico, sociale ed economico. A tracciare le nuove frontiere della disciplina la seconda edizione del Rapporto Geopolitica del Digitale – Nuovi confini, crescita e sicurezza del Paese” sviluppato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Elettronica Group, gruppo attivo nella difesa elettronica.

Il report mette in evidenza che la Geopolitica del Digitale è un nuovo paradigma con cui analizzare i mutamenti e gli impatti provocati dalla trasformazione digitale nella “geografia” delle interazioni tra attori umani, istituzionali ed economici, attraverso la creazione di nuovi spazi (quello digitale costituito da web, piattaforme multimediali, aggregati di dati e nuove arene di confronto) e la digitalizzazione degli spazi preesistenti (che modifica le modalità con cui le relazioni tra attori si realizzano negli spazi già esistenti).

In questo quadro, le analisi del report evidenziano nuove risorse strategiche e di natura geopolitica connesse alla progressiva digitalizzazione di economie e società: i dati e la loro sicurezza. Entro il 2020 i dati disponibili saranno 10 volte quelli attuali, mentre già oggi la data economy vale in Europa 60 miliardi di Euro. I data center di portata industriale diventeranno quindi asset strategici, così come le infrastrutture sottostanti abilitanti di sistemi profondamente digitalizzati (cavi, connettori, satelliti, reti di telecomunicazioni). Anche le minacce mutano ed evolvono, e con esse le risposte più efficaci: nel solo 2017 si sono registrati quasi 1.200 attacchi cibernetici considerati gravi.

A questa crescita vertiginosa dell’economia dei dati fa invece da contraltare il tema delle competenze e la ricerca di nuovi talenti in grado di sviluppare abilità per governare la rivoluzione digitale: il report evidenzia infatti che oggi circa 4 imprese europee su 10 faticano a trovare talenti adatti a ricoprire posizioni vacanti e solo il 30% della forza lavoro UE è dotata di competenze Ict sopra il livello base.

Il nuovo paradigma della Geopolitica del Digitale assume una rilevanza crescente perché impatta non solo sugli stili di vita e la sicurezza della società civile e sull’operato delle Istituzioni ma anche sui business model del settore industriale – la cosiddetta Industry 4.0 – imponendo a decisori pubblici e delle imprese la definizione di una strategia digitale multi livello capace di valorizzare le dotazioni dei Paesi (livello macro) e di imprese (livello micro), ma anche di creare i presupposti perché il sistema nel suo complesso acquisisca prontamente risorse e infrastrutture necessarie per competere con successo nel nuovo scenario competitivo.

Si tratta di una visione strategica prioritaria anche per l’Italia. Ma il nostro Paese, pur avendo un assetto manifatturiero di primaria importanza a livello globale, la digitalizzazione dell’industria italiana appare in netto ritardo sbilanciata sulla dotazione tecnologica e ancora mancante di una profonda trasformazione di modelli di business e processi organizzativi. Questo avviene sia per cause interne alle aziende italiane che per carenze del sistema-Paese.

L’86% delle imprese italiane non utilizza tecnologie 4.0, né programma interventi futuri. A soffrire maggiormente sono le Pmi e le imprese meridionali: al Sud, solo il 5,2% delle imprese ha infatti adottato almeno una tecnologia digitale 4.0. Se dal piano delle tecnologie si passa a quello dei modelli di business, le analisi condotte mostrano come il 59,4% delle aziende italiane siano statiche, non impegnate in alcuno sforzo innovativo, mentre solo l’11,9% ha attuato un impegno innovativo integrato.

A livello di sistema emerge poi una scarsa propensione a partecipare a network di ricerca e di innovazione, cui si aggiungono una insufficiente dotazione di competenze e skill (solo l’1,1% dei laureati italiani ha concluso un percorso di laurea in Ict), uno scarso budget pubblico dedicato alla Ricerca e allo Sviluppo e un sostegno economico finanziario alle nuove attività e alle startup innovative tra i più bassi al mondo. Il Piano Nazionale Industria 4.0 ha certamente fornito un contributo importante, mettendo a disposizione della trasformazione digitale del sistema industriale italiano 9,8 miliardi di euro. Tuttavia, i risultati positivi del Piano hanno sin qui riguardato prevalentemente imprese già impegnate in percorsi di innovazione e l’acquisto e il rinnovo di macchinari e dotazioni tecnologiche.

Che fare per invertire la rotta? Cruciale è stimolare  l’effettiva trasformazione digitale dell’industria italiana, incentivando i settori ad elevata capacità di spillover e i player di portata sistemica a definire degli standard per le proprie catene di fornitura e sub fornitura. Alla base è necessario definire una governance per l’innovazione e la ricerca chiara, certa e centralizzata in termini di direzioni, tecnologie chiave e settori strategici.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Analisi
Social
Video
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati