“Fare sistema. E’ questa la chiave su cui l’Italia deve muoversi per rilanciare il proprio ruolo da protagonista nell’economia digitale spinta dagli Over the top”. Lo ha detto Antonello Giacomelli sottosegretario allo Sviluppo economico intervenendo al convegno romano “Il sistema audiovisivo: evoluzione e dimensioni economiche” dell’Istituto Bruno Leoni. “Vero è che il fare sistema non rientra nel Dna del nostro Paese – ha detto Giacomelli -. Eppure la strada è questa se vogliamo rilanciare”. Scongiurando il rischio di “diventare un semplice marchio da mettere in vendita”.
Certo dev’esserci un concorso proattivo da parte del mercato produttivo, finanziario, e non una “delega totale” all’iniziativa del Governo. Il “fare sistema” sottintende in questo senso una collaborazione degli stakeholder in gioco sui temi al centro delle agende: il mercato audiovisivo. Ma anche il fronte delle fake news. “Sull’audiovisivo – dice Giacomelli – va rimesso il contenuto al centro condividendo con produttori e broadcaster le strategia per fare sistema sul prodotto”. Sulle fake news il sottosegretario scarta ipotesi di restrizioni e sanzioni ad hoc: “Non si può pensare di imporre alle nuove piattaforme un sistema normativo consolidato” concepito per un mondo pre-Internet. “Punire la piattaforma potrebbe risultare un rimedio peggiore del male” perché, semplicemente, sta cambiando tutto: “L’espansione di attività del sé – come succede con Facebook – prevede la disponibilità al pagamento di un prezzo con la moneta della rinuncia alla privacy”. Per questo vanno ripensate le regole nel loro insieme, forme giuridiche “armonizzate in tutti i Paesi europei” n grado di misurarsi con fenomeni disruptive. In questo senso il governo sta lavorando all’ipotesi di un “bollino blu” legato al riconoscimento della fonte, in grado “di far capire all’utente l’attendibilità della notizia”. “Credo che gli Over the top siano interessati a un lavoro comune insieme alle istituzioni e al mondo dei blog”.