Le aziende italiane sono ottimiste rispetto allo sviluppo del loro business. Lo rileva la prima Future of Business Survey di Facebook, frutto dell’impegno del social network nell’ambito la Global Partnership for Sustainable Development Data, lanciata dall’Onu nel 2014, con il supporto della Banca Mondiale e Ocse.
“La partnership tra Facebook, l’Ocse e la Banca Mondiale fornisce una finestra unica e tempestiva sulla digital economy. Assieme ai nostri partner crediamo nel potere di questa nuova fonte di dati e nel valore che porterà alle imprese e ai decisori politici – spiega Luca Colombo, Country Manager di Facebook Italia– Le piccole imprese sono tra i marketer più dinamici e innovativi e i nostri primi risultati mostrano che la fiducia espressa da queste aziende è positiva. Quasi la metà degli imprenditori (48%) è positiva rispetto al futuro delle loro aziende nei prossimi sei mesi. Ciò che trovo particolarmente interessante di questa partnership è che è solo all’inizio. Si tratta di un impegno di lungo periodo e continueremo a lavorare assieme ai nostri partner per aiutare le imprese in Italia a costruire un futuro migliore”.
Con oltre 60 milioni di piccole e medie imprese che utilizzano Facebook per connettersi con i loro clienti, questa nuova indagine rappresenta una finestra unica nella nuova economia digitale e mobile. La survey censisce anche i modi di utilizzo degli strumenti digitali. Il 92% imprese lo usa per mostrate prodotti e servizi, il 90% per fornire informazioni (orai, apertuta negozi), l’88% per fare promozione verso i futuri clienti. Il 70% per vendere prodotti e servizi ma solo il 44% per gestire i processi aziendali interni.
“La survey è una ulteriore dimostrazione della straordinaria potenza di strumenti web e social quando raggiungono una diffusione capillare e planetaria – sottolinea Alessandro Micheli, presidente nazionale Giovani Imprenditori Confcommercio – I dati mostrano che le aziende che utilizzano strumenti digitali sono più ottimiste sulla propria situazione economica e sul futuro. Proprio per questo, da tempo Confcommercio, sia a livello nazionale che sul territorio, ha lanciato progetti di formazione e alfabetizzazione digitale per i propri associati, tra i quali cito con piacere il progetto “Boost your Business” in collaborazione proprio con Facebook, che ha visto la partecipazione di migliaia di piccole e medie imprese nelle principali città italiane. Guardando più nel dettaglio ai risultati della survey, è interessante notare come le principali sfide indicate dalle Pmi a livello mondiale, ovvero saper attrarre i clienti, aumentare i ricavi, mantenere la profittabilità, siano strettamente legate alla gestione operativa del business e trovino negli strumenti digitali, nel web e nei social, grandi leve capaci di agevolare il raggiungimento degli obiettivi. Infine, è interessante notare dal confronto delle risposte delle imprese italiane rispetto a quelle del resto del mondo che la pressione fiscale e i vincoli amministrativi e burocratici sono un problema molto più sentito in Italia che altrove. Ancora una conferma di quanto il Presidente Sangalli, la Confederazione e, più in generale, la base imprenditoriale del Paese denuncia da tempo”.
Per Martine Durand, responsabile delle Statistiche, Ocse “questa partnership innovativa tra pubblico e privato capitalizza le opportunità fornite dalla digitalizzazione per completare le statistiche esistenti sulle imprese con indagini allo stesso tempo tempestive e flessibili per essere adattate a rispondere alle problematiche emergenti”.
“Pensiamo che questo progetto metta in luce come informazioni lungimiranti sulle imprese possano essere raccolte in futuro, raggruppando il meglio di ciò che un’azienda come Facebook e organizzazioni come l’Ocse e la Banca Mondiale hanno da offrire – conclude Durand – La nuova ricerca contribuisce a colmare lacune su dati sulle Piccole e Medie Imprese, fornendo così un valido apporto al monitoraggio del percorso verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite”.
Sulla stessa lumhhezza d’onda Augusto Lopez Claros, direttore del Global Indicators Group della Banca Mondiale. “Ciò che è interessante di questa nuova ricerca, Future of Business Survey, è il suo potenziale come strumento forte per ottenere informazioni rapidamente e a una frazione del costo dei tradizionali metodi di ricerca- evidenzia – L’obiettivo del Gruppo della Banca Mondiale di contribuire a una prosperità condivisa e molti dei nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile richiedono lo sviluppo di nuovi strumenti di raccolta dei dati. Ed è necessario che questi strumenti siano più veloci, economici e semplici per rispondere al meglio ai bisogni della comunità e dei decisori politici”.
Tra gli strumenti a disposizione per far crescere il business è l’e-commerce a convincere di più le Pmi italiane. L’86,8% delle aziende che vendono online sono ottimiste rispetto alle proprie prospettive di business, secondo una ricerca commissionata da eBay a Human Highway che ha analizzato l’ottimismo delle imprese italiane attive nell’e-commerce.
Il grado di ottimismo cresce man mano che, da Nord a Sud, si scorre la cartina geografica italiana: dalle regioni settentrionali (dove si attesta al 77% al Nord Est e all’84,5% al Nord Ovest) attraverso l’Italia centrale (85,5%) fino al meridione (89,2%) e, soprattutto, alle Isole, dove il 100% delle aziende intervistate dichiara di essere abbastanza o molto ottimista.
La ricerca delinea un’Italia fatta di piccole e medie imprese che si stanno lasciando la crisi alle spalle, grazie allo spirito imprenditoriale italiano e alle opportunità offerte dal commercio elettronico. Due aziende su tre, infatti, dichiarano che la situazione del proprio business è migliorata rispetto agli anni più duri della crisi.
In questa ripresa, l’e-commerce gioca un ruolo fondamentale e le aziende italiane che lo usano ne sono consapevoli: il 76,7% ritiene che l’e-commerce le abbia aiutate a far crescere il proprio business negli ultimi 12 mesi. In particolare sono i giovani (l’87.3% nella fascia d’età 25-34 anni) a credere nella forza dell’e-commerce come traino della propria attività economica e, spesso, a portare online le attività di famiglia.
“In un momento in cui, secondo i dati Istat di oggi, l’indice di fiducia delle imprese tradizionali torna a mostrare segnali di ripresa, l’e-commerce rappresenta un vero e proprio generatore di ottimismo – spiega Claudio Raimondi, General Manager di eBay in Italia – Quasi 9 aziende su 10 che vendono online hanno una visione positiva per il futuro e quando l’ottimismo si accompagna alla qualità del lavoro, all’eccellenza del Made in Italy, alla passione per la propria attività imprenditoriale, ecco allora che l’impresa italiana diventa una storia di successo che ci invidiano in tutto il mondo. Sono già oltre 30 mila le imprese italiane che hanno scelto di vendere su eBay, trovando nell’e-commerce e nella nostra community uno strumento di crescita in grado di liberare il loro potenziale e il loro spirito imprenditoriale”.