La crisi dei semiconduttori è uno dei dossier caldi sul tavolo della Commissione europea. Le strategie per affrontarla le ha delineate Margrethe Vestager, vicepresidente esecutivo della Commissione Ue con delega alla Concorrenza, audita dalla commissione Commercio internazionale (Inta) del Parlamento Ue sul Consiglio Commercio e Tecnologia Ue-Usa, spiegando che le iniziative congiunte serviranno “a trovare il giusto equilibrio, rafforzando la capacità produttiva di Usa e Ue senza innescare una corsa ai sussidi”.
“I semiconduttori sono un primo passo, non voglio sottostimare la complessità dell’analisi che faremo, la posta in gioco è alta, loro stanno attenti alle informazioni che vorranno condividere – ha puntualizzato – Ulteriori passi saranno trattati nella prossima riunione, tuttavia non è possibile parlare di semiconduttori e della catena del valore globale senza coinvolgere altri partner, parlo di Corea, Giappone o Singapore. Sono player importanti, per questo motivo procederemo in parallelo”.
Nel Trade and Tech Council Ue-Usa (Ttc) “sui semiconduttori, l’accordo con gli Stati Uniti prevede di iniziare occupandoci dei problemi della catena di approvvigionamento a breve termine, cercando di individuare insieme le mancanze, ed eventuali altri problemi e capacità all’interno della catena di approvvigionamento dei semiconduttori – ha puntualizzato – Per farlo, entrambe le parti raccoglieranno informazioni da vari settori per poi condividerle. Questo ci permetterà di ragionare su come evitare situazioni di carenza in futuro. Le problematiche sui semiconduttori a medio e lungo termine verranno affrontate nella prossima riunione del Consiglio Ttc”.
Focus anche sul 5G, fronte su cui “c’è una importante cooperazione nel gruppo di lavoro su concorrenza e sicurezza. L’idea è forse quella di andare anche al di là di questa ‘Quinta generazione’, guardando già alla sesta e magari anche oltre dal punto di vista della connettività”.
Condivisione di principi tra Usa e Ue anche per quel che riguarda le piattaforme. “Ci stiamo muovendo oltre il vecchio dibattito sulla loro nazionalità e condividiamo le convinzioni su libertà di parola, certezza del diritto e concorrenza nel mercato”, ha detto la commissaria.
“La data e il luogo del prossimo incontro non sono ancora stati fissati. Idealmente, pensiamo a una data nella primavera dell’anno prossimo all’interno dell’Ue – ha concluso – In seguito alla dichiarazione di Pittsburgh abbiamo creato dieci gruppi di lavoro che si occupano di obiettivi specifici, e parleremo dei programmi con ogni gruppo per poter individuare i prossimi passi da intraprendere”.
La piattaforma Futurium
La Commissione europea ha istituito uno sportello unico sulla sua piattaforma online “Futurium“: qui verranno raccolti i suggerimenti di tutti gli stakeholder.
La piattaforma di consultazione online del Consiglio per il commercio e la tecnologia Ue-Usa permetterà alle parti interessate di condividere le proprie opinioni e presentare proposte comuni sui lavori futuri, si legge sul sito della Commissione europea. Dopo il loro primo incontro a Pittsburgh il mese scorso, i rappresentanti dell’Unione europea e degli Stati Uniti si trovano allineati anche sull’importanza della condivisione e si sono impegnati a consultare da vicino le diverse parti interessate su entrambe le sponde dell’Atlantico in merito ai loro approcci coordinati sui temi chiave della tecnologia, dell’economia e del commercio globali.
L’esito del primo incontro del Ttc
La riunione inaugurale del Trade and Technology Council (Ttc) a Pittsburgh ha tracciato una lunga lista di cose da fare, ma forse il risultato più significativo è stato il simbolico ripristino delle buone relazioni dopo i danni subiti sotto dell’ex presidente Donald Trump.
Il vertice ha puntato i fari sull’intelligenza artificiale, sulla crisi dei chip e anche sulla questione della privacy digitali e sulla protezione dei diritti umani online.
Un focus particolare è dedicato alla crisi dei semiconduttori che sta mettendo in ginocchio settori chiave come l’automotive. Secondo AlixPartners la penuria di chip costerà all’industria globale dell’automotive 210 miliardi di dollari di ricavi solo quest’anno. La cifra stimata è doppia rispetto a quella fornita da AlixPartners a maggio (a gennaio le perdite previste erano di 60,6 miliardi di dollari).
In questo quadro Usa e Ue si impegnano – si legge nel documento finale – a costruire una partnership che miri al riequilibrio delle catene di approvvigionamento globali di semiconduttori “al fine di migliorare la sicurezza della supply chain e la capacità di progettare e produrre semiconduttori, in particolare quelli con capacità all’avanguardia”.
Partendo dall’assunto che le tecnologie di intelligenza artificiale (AI) abbiano il potenziale per apportare vantaggi significativi ai cittadini, società ed economie ma al contempo minacciare le libertà fondamentali se non vengono utilizzate in modo responsabile, l’Unione Europea e gli Stati Uniti si impegnano anche a sviluppare e implementare sistemi che siano innovativi e affidabili e che rispettino i diritti umani universali e i valori democratici condivisi.
Riflettori anche sulla sostenibilità. “Condividiamo un forte desiderio di guidare una trasformazione digitale che stimoli il commercio e gli investimenti, avvantaggi i lavoratori, protegga l’ambiente e il clima, rafforzando la nostra leadership tecnologica e industriale e stabilendo standard elevati a livello globale. Vogliamo stimolare l’innovazione e proteggere e promuove tecnologie emergenti”, si legge le documento finale.
Stati Uniti ed Unione Europea coopereranno dunque allo sviluppo e alla diffusione di nuove tecnologie in modo “da rafforzare i valori democratici condivisi, compreso il rispetto dei diritti umani universali, far progredire i rispettivi sforzi per affrontare la crisi del cambiamento climatico”.
“Intendiamo cooperare per arginare efficacemente l’uso improprio della tecnologia, proteggere le nostre società dalla manipolazione e dall’interferenza delle informazioni, promuovere una connettività digitale internazionale sicura e sostenibile e supportare i difensori dei diritti umani”, concludono.