Le tecnologie digitali, attraverso il cosiddetto RegTech – regulation e technology – si riveleranno strategiche per facilitare l’implementazione delle nuove regolamentazioni e della compliance nell’ambito dei servizi finanziari. Secondo una ricerca di Accenture, gli investimenti in compliance sono infatti destinati ad aumentare nei prossimi due anni: lo ritiene l’89% dei Compliance officer del settore Financial Services. Gli investimenti in RegTech sono in costante crescita e la continua accelerazione già registrata nel primo trimestre del 2018 potrebbe portare a raddoppiare gli investimenti rispetto al 2017. In questo scenario, gli investimenti del mercato europeo rappresentano circa il 30% degli investimenti totali (quindi circa il doppio rispetto alla quota EU degli investimenti Fintech complessivi). Dal 2015 a oggi in Europa gli operatori finanziari tradizionali sono del resto passati da 8.500 a circa 5.300 unità con una riduzione di quasi il 40% a favore della comparsa di nuovi attori di origine Fintech. In Italia si registra una tendenza positiva: gli investimenti in Fintech stanno accelerando e si stima che le nuove tecnologie potrebbero portare un aumento di valore fino al 30% nei prossimi 5 anni.
Accenture ha elaborato una ripartizione del tipo di attività basata su quattro categorie: Identity management (che comprende le procedure Know Your Customer e la gestione dei processi di autenticazione e gestione dei dati personali in accordo con le nuove linee guida della GDPR), Risk & controls analytics (con elementi quali Cybersecurity e Risk data aggregation per la rilevazione e gestione dei rischi e delle attività di controllo), Surveillance (che annovera le attività di AML Screening delle transazioni, Fraud detection e prevention) e Regulatory intelligence & reporting (con ambiti quali l’Automated Reporting e la Regulation Interpretation).
Dal punto di vista organizzativo, l’ecosistema Regtech è composto da quattro attori principali: le regtech startup, che implementano le nuove tecnologie digitali per presentare soluzioni innovative nel settore; gli enti regolatori, che incoraggiano il dialogo e l’interazione tra i diversi player del mercato, per valutare le nuove esigenze regolamentari e creare le infrastrutture per una concorrenza sostenibile; le società di servizi tech e professionali che analizzano le esigenze del mercato e identificano proattivamente nuove soluzioni, supportando le start-up nel portare a scala le proprie innovazioni e aiutando gli incumbent ad integrarli; le istituzioni finanziarie, che possono contribuire allo sviluppo dell’ecosistema tracciando internamente strategie e percorsi per la diffusione di soluzioni Regtech e favorendo la sperimentazione.
“I segnali che osserviamo – spinta all’innovazione da parte dei consumatori, maggiore consapevolezza da parte degli istituti bancari, abbattimento dei costi delle tecnologie unito all’effetto combinatorio che esse producono – sembrano creare un ecosistema sempre più predisposto alla sperimentazione di nuove soluzioni”, spiega Mauro Macchi, Senior Managing Director, Responsabile di Accenture Financial Services. “Il settore finanziario è strategico per il nostro paese: ricchezza privata, propensione al risparmio, diffusione delle Pmi e forte legame delle stesse con il sistema bancario, forti radicamenti territoriali, sono alcuni degli elementi che spiegano perché è fondamentale accelerare il percorso di innovazione e fare un netto salto di qualità posizionandosi tra i leader europei”.
L’integrazione tra questi player sta dando vita a una molteplicità di modelli di collaborazione, che porteranno vantaggi a tutti i player del settore e al mercato stesso. In particolare per le istituzioni finanziare è possibile definire alcuni benefici di breve periodo quali un abbassamento dei costi di compliance, reso possibile dalla semplificazione e dalla standardizzazione dei processi spesso inefficaci; una maggior opportunità di integrazione, superando le divisioni tra i diversi ambiti dei sistemi di risk management grazie a soluzioni scalabili e flessibili, in grado di adattarsi alle mutevoli necessità del business; un’accelerazione della trasformazione digitale, tramite il raggiungimento di benefici immediatamente tangibili e favorendo al tempo stesso una diffusione continua e mirata dell’innovazione. Sul lungo periodo, invece, si possono prevedere due principali benefici per l’intero mercato: l’offerta di una migliore user experience in termini di privacy dei dati e fiducia nel brand, resa possibile da processi innovativi di onboarding, cybersecurity e surveillance, e una maggiore resistenza agli shock del mercato, grazie alla migliorata capacità di analisi dei rischi in tempo reale, che permetterà di implementare rapidamente strategie difensive.