L’effetto iPad inizia a farsi sentire in casa Amazon. E non è un
effetto benefico per il pioniere dell'editoria elettronica,
costretto a rivedere la politica dei prezzi.
Dopo un lungo braccio di ferro Amazon è stata costretta a cedere
nei giorni scorsi alle pretese di MacMillan. I libri
dell'importante casa editrice statunitense costano ora dai
12,99 ai 14,99 dollari, contro i 9,99 precedenti, prezzo fissato da
Amazon per l'intero catalogo Kindle. Inizialmente Amazon ha
mostrato i denti, rimuovendo tutti i libri dell’editore
“ribelle” dal suo catalogo, ma poi ha dovuto cedere.
D’altronde i libri MacMillan rappresentano circa un sesto
dell’intero catalogo e Amazon aveva subito un pesante -5,2% in
borsa in seguito al braccio di ferro con la casa editrice.
Ora iPad spiazza il monopolio di Amazon, con una politica dei
prezzi più favorevole agli editori. Steve Jobs ha già annunciato
la sua strategia per l’iBooks, negozio virtuale di libri
elettronici che sarà disponibile fra due mesi. Prezzo medio di
14,99 dollari e 70% degli introiti agli editori. Il potere
contrattuale degli editori è aumentato, e Amazon è stata
costretta a cedere.
E dopo la querelle-MacMillan, ieri un nuovo affondo per Amazon,
questa volta targato Murdoch. Il numero uno di News Corp, a capo di
un impero mediatico che comprende anche Harper Collins (casa
editrice che pubblica, fra gli altri, i libri di Michael Crichton),
ritiene i prezzi di Amazon troppo bassi. Il suo obiettivo è
rinegoziare gli accordi con la società: “Non ci piace vendere
tutto a 9,99 dollari – ha detto il magnate australiano -: credo che
svaluti i libri e danneggi i rivenditori di libri di carta”.
Nuova trattativa all’orizzonte, con Murdoch che questa volta
(come sempre) ha il coltello dalla parte del manico.