L'industria elettrotecnica ed elettronica italiana ha
intrapreso un graduale cammino di uscita dalla crisi, sulla spinta
della ripresa internazionale, mentre si mantiene più debole il
contributo domestico. Questo il quadro a "luci ed ombre"
emerso alla presentazione dell'andamento settoriale degli
ultimi 18 mesi fatto da Confindustria Anie. Il primo semestre del
2011 ha fatto registrare una crescita del volume d'affari
aggregato del comparto del 5%, in linea con le tendenze espresse lo
scorso anno.
Nel 2010, dopo l'accentuata flessione del biennio precedente
(-15,3% nel 2009), il volume d'affari aggregato
dell'industria elettrotecnica ed elettronica italiana è
infatti tornato a crescere, con un incremento del 4,9% a un valore
vicino a 56 miliardi di euro. E' stata l'elettronica a
mettere a segno la dinamica più sostenuta (+5,9% dopo il calo
18,3% del 2009), mentre l'elettrotecnica ha registrato un
incremento del 4,3% (dopo -13,6% nel 2009) per un valore di oltre
36 miliardi di euro. La spinta decisiva al miglioramento è giunta
dall'estero: oltre il 45% del giro d'affari complessivo dei
settori Anie è stato fornito dalle vendite oltreconfine, quota che
secondo l'Associazione è destinata ad aumentare nei prossimi
anni per effetto dei crescenti fenomeni di riposizionamento
competitivo sui mercati esteri.
Intanto, il 2010 ha messo a segno un aumento delle esportazioni del
10,5% (contro -17% nel 2009), per effetto di un incremento
dell'8,8% per l'elettrotecnica a 18,3 miliardi (dopo
-14,7%) e del rimbalzo del 15,2% dell'elettronica (da -22,7%).
Il canale domestico ha mostrato invece una dinamica piu' debole
(+4,4%) lo scorso anno, risentendo della scarsa vivacità degli
investimenti infrastrutturali e della perdurante fragilità degli
investimenti nelle costruzioni.
Peraltro il percorso di uscita dalla crisi non può dirsi concluso:
nonostante i primi segnali positivi, i livelli di attività restano
lontani di oltre 20 punti percentuali da quelli pre-crisi –
sottolinea l'Anie – rilevando anche che nel 2011 dopo la vivace
performance di inizio anno, il secondo trimestre ha registrato
segnali di rallentamento. Finora è stata l'elettrotecnica, con
un aumento del fatturato del 6% nel primo semestre) a mostrare un
maggiore dinamismo, mentre l'elettronica si è fermata a +2%.
Anche in questa prima parte dell'anno è stato prevalentemente
l'export a dare sostegno, con un aumento del 7% (+8% per
l'elettrotecnica e +4% per l'elettronica), peraltro meno
brillante del 2010.
L'analisi del portafoglio ordini fornisce indicazioni
contrastanti sulla tenuta della ripresa, risentendo anche delle
forti incognite dello scenario sia europeo sia extraeuropee e
facendo emergere un rallentamento dell'ordinato
nell'elettronica. Nel primo quadrimestre si sono inoltre
mantenute negative le tendenze occupazionali, pur con un
rallentamento del ritmo di caduta. Per l'elettronica la
flessione dell'occupazione è stata dello 0,9% e per
l'elettrotecnica dell'1,4%, da raffrontarsi peraltro anche
al -1,6% medio del manifatturiero.
Nonostante il miglioramento delle performance il cammino di uscita
dalla crisi – puntualizza Anie – non può dirsi ancora concluso: i
primi segnali positivi, i livelli di attività restano lontani di
oltre 20 punti percentuali da quelli pre-crisi e le difficoltà
congiunturali continuano a riflettersi anche sui livelli
occupazionali, relativi in particolare alla forza lavoro meno
qualificata. Soddisfatto, ma prudente il presidente di
Confindustria Anie, Guidalberto Guidi. "Il 2010 è l'anno
in cui l'industria elettrotecnica ed elettronica ha intrapreso
un graduale percorso di uscita dalla crisi – commenta – Ma, dopo lo
slancio inatteso del primo semestre 2010, il cammino si mantiene
irto di difficoltà e tende a snodarsi apiccoli passi, fra
arretramenti e nuove risalite, in risposta a un quadro
macro-economico ancora instabile".
Guidi cita tra i punti di forza del settore "l'elevata
capacità di resistenza e di rinnovamento espressa dalle imprese
Anie", che hanno avviato cambiamenti tecnologici e
organizzativi. Tra le difficoltà maggiori, invece, vi è la
"costante debolezza del mercato interno, penalizzato dalla
carenza di investimenti infrastrutturali" e dalla
"crescente instabilità nel mercato delle materie
prima".
Per quanto rigiarda il 2011 il presidente di Anie spiega che
"mentre per la prima parte dell'anno il settore prosegue
nel graduale percorso di superamento della crisi", le
"attese per la seconda parte restano incerte, condizionate a
una effettiva accelerazione degli investimenti nel territorio
nazionale e a una tenuta della ripresa nei mercati esteri più
dinamici".
"Le tensioni che sono emerse a livello nazionale e
internazionale nel periodo più recente – ha osservato – accrescono
i timori delle imprese per un rallentamento del ritmo di recupero
in chiusura d'anno".
Secondo Guidi, infine, "si ripercuote negativamente sulla
domanda estera rivolta alle tecnologie Anie la difficile situazione
nordafricana, regione in cui le imprese avevano acquisito
significative opportunita' di crescita e in cui, in molti casi,
e' venuta meno la continuità degli investimenti
programmati".