Nessun contratto con Bolsonaro. Lo comunicano Twitter, Facebook, Instagram e Whatsapp al Tribunale Supremo Elettorale (Tse) brasiliano. L’equipe del presidente eletto non avrebbe pagato nulla per la diffusione di contenuti online durante la campagna elettorale. Google, da parte sua, ha informato il Tse che il Partito Social Liberale (Psl) di Bolsonaro ha pagato 1 milione di reais (260 mila dollari) per la distribuzione di materiale.
Le aziende hanno risposto così alla richiesta di informazione avanzata da Luis Roberto Barroso, il magistrato del Tse responsabile di monitorare la campagna elettorale del presidente eletto. D’altra parte, però, il Tse ha notato l’esistenza di 23 “irregolarità” nei conti presentati dal Psl. I tecnici hanno chiesto che i responsabili della campagna di Bolsonaro consegnino entro tre giorni i documenti e le spiegazioni necessari per chiarire questi punti.
Il mese scorso, il quotidiano “Folha de S.Paulo” aveva riportato casi di sostenitori di Bolsonaro che presumibilmente avrebbero comprato pacchetti di messaggi via WhatsApp.