Twitter ha annunciato che attiverà anche in Europa la sua nuova policy sulle ads politiche per garantire più controlli sulla provenienza e le sponsorizzazioni delle campagne di marketing e arginare le interferenze sullo svolgimento del voto per il rinnovo del Parlamento dell’Unione europea. Nel mirino ci sono soprattutto propaganda e fake news di matrice russa, già entrati pesantemente in azione durante le presidenziali americane del 2016. Per gli utenti di Twitter in Ue, annuncia il servizio di microblogging, sarà più facile verificare la legittimità delle ads politiche collegate con le elezioni europee di maggio; chi compra spazi pubblicitari dovrà prima passare attraverso un processo di autenticazione.
Gli utenti di Twitter potranno accedere a un servizio chiamato Ads Transparency Center, dove verranno raccolte le informazioni su tutti gli spot elettorali legati alle elezioni europee presenti sulla piattaforma di microblogging, sia che sostengano un partito sia che riguardino un singolo candidato. Il “Centro trasparenza” indicherà chi finanzia la campagna di marketing, quanto viene speso per le ads politiche, a quali fasce demografiche si rivolge, e così via.
Una specifica icona e un’informativa ad hoc segnaleranno a chi visita e usa Twitter che un determinato contenuto è una pubblicità elettorale e sveleranno chi la sponsorizza. I candidati, i partiti e tutte le società che vogliono comprare spazi per le ads politiche su Twitter dovranno sottoporsi a un processo di certificazione per verificare la loro identità. La policy sarà attiva in Ue dall’11 marzo.
“La nostra nuova policy sulle ads politiche è stata estesa in modo da coprire #EUElections2019 e fornirà al pubblico un ulteriore livello di informazioni su chi gestisce le campagne di marketing politico su Twitter”, ha annunciato l’azienda californiana.
La nuova policy sulle ads politiche è stata già testata negli Usa durante le elezioni mid-term e sarà estesa, oltre che all’Ue, a India e Australia, vicine ad appuntamenti elettorali.
Twitter si allinea così alle strategie già messe in atto da Facebook, che ha esteso all’Unione europea alcune delle sue regole sull’advertising politico e degli strumenti anti-fake news adottati negli Stati Uniti dopo il Russiagate. Una ricerca commissionata dal Senato Usa ha indicato che la Internet Research Agency, legata al governo russo, ha usato le ads sui social e i post su profili fake per promuovere Donald Trump e ora Bruxelles teme ingerenze in vista dell’appuntamento elettorale di maggio, anche se la Russia ha sempre negato qualunque sponsorizzazione di campagne di disinformazione e di propaganda estremista e anti-democratica.
La correttezza delle interazioni “è la nostra priorità”, ha dichiarato Twitter nella nota con cui ha presentato i risultati dell’ultima trimestrale. Il social media ha messo a segno vendite e utili in crescita, ma utenti attivi in frenata proprio per effetto della chiusura di profili fake e violenti. Ciononostante l’azienda intende continuare a lavorare per costruire una piattaforma “sana” dove le persone trovano “informazioni credibili e si sentono al sicuro quando partecipano alle conversazioni”. Twitter l’anno scorso ha effettuato una vera “pulizia” di account sospetti di diffusione di fake news, contenuti violenti o non rispettosi della privacy, eliminando milioni di profili.
In vista delle elezioni europee Facebook ha già fatto sapere che creerà un archivio pubblico delle ads politiche in cui tutti potranno condurre ricerche. L’archivio conterrà informazioni come chi ha pagato le ads, quanto denaro è stato speso, il numero di impression e i segmenti demografici da cui le ads sono state visualizzate, inclusa la loro localizzazione geografica. Le regole varranno non solo per le pubblicità politiche ma per le cosiddette ‘issue ads’, ovvero pubblicità che non sostengono specificamente un candidato o un partito politico ma che hanno come tema centrale un tema altamente politicizzato, come l’immigrazione. Verranno anche aperti due nuovi centri operativi all’interno degli uffici di Facebook di Dublino e Singapore che si occuperanno dicontrollare i contenuti legati alle elezioni.