Elliott Management cambia tattica: nel mirino adesso ci sono le Big tech. Il fondo attivista americano, guidato dal miliardario Paul Singer, ha da sempre rappresentato una spina nel fianco per le aziende di cui acquista quote. I ceo lo considerano l’investitore più temuto; il New Yorker lo ha definito l’investitore del giorno del giudizio. L’hedge fund è noto per pressare i board delle aziende in cui investe per influire sulle strategie (spesso per tenere alto il prezzo del titolo) o per innescare operazioni di M&A. Finora ha preso di mira aziende tecnologiche di piccole dimensioni o di nicchia, come Novell o Informatica (attive nella vendita di software per le imprese). Adesso punta ai grandi nomi dell’hitech: nel 2019 Elliott ha comprato quote di eBay (34 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato), di Sap (159 miliardi di market cap) e di At&t (217 miliardi). Quest’anno, Elliott ha messo nel mirino Twitter (26 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato) e SoftBank (93 miliardi).
Il braccio destro di Singer entra nei cda
Il braccio destro di Singer, Jesse Cohn, segue solitamente tutte le operazioni di alto profilo di Elliott Management nel settore tecnologico. Cohn attualmente siede nei Cda sia di Bay che di Twitter. Qui il socio di Elliott, membro del suo Management committee e direttore dell’area U.S. Equity Activism dell’hedge fund, cerca di evitare lo scontro aperto, ma di collaborare col management per modifiche costruite nel tempo.
È la stessa tattica usata dal fondo attivista ValueAct, che ha più la reputazione di un investitore “friendly” e che ha comprato una quota di Microsoft nel 2013. Indiscrezioni smentite sia da Elliott che da Microsoft sostengono che l’hedge fund sia stato decisivo nell’ottenere l’allontamento dell’allora ceo Steve Ballmer.
Così ora Elliott valuta la situazione di eBay e Twitter e si fa assistere da analisti di Internet, analisti software, analisti delle operation, consulenti e membri del cda prima di spingere le decisioni del cda nella direzione voluta.
Il pressing su Twitter
Nel caso di Twitter, il pressing di Elliott ha portato l’azienda a nominare Patrick Pichette, ex chief financial officer di Google, come nuovo presidente del consiglio d’amministrazione. È la prima volta nella storia del social media che un esterno viene messo alla guida del Cda; Pichette per ora solo un direttore indipendente di Twitter.
Il top manager prende il posto di Omid Kordestani, che resta come consigliere d’amministrazione, insieme agli 11 membri già presenti e a tre nuovi consiglieri, due scelti da Elliott Management e uno da Silver Lake, altro fondo attivista e importante investitore di Twitter.
Approccio più “collaborativo”
La nuova tattica del fondo attivista è in parte legata alla sua stessa crescita. Gli asset che Elliott gestisce sono quest’anno pari a 42 miliardi di dollari, il doppio del valore del 2012. La transazioni piccole non interessano più.
Trovare aziende target nel mondo del software è anche diventato più difficile perché i multipli sono aumentati, le aziende si sono consolidate e il management è diventato più sofisticato. Elliott continua a cercare società del software enterprise di dimensioni medie, come nell’operazione Instructure, venduta alla private equity Thoma Bravo per 2 miliardi di dollari. Ma Elliott non ha avuto un ruolo significativo in questa transazione.
I grandi profitti sono nel mondo delle Big Tech, ma qui Elliott deve smussare l’approccio aggressivo e diventare più collaborativo, lavorando a fianco e all’interno delle aziende target che, per le loro dimensioni, non possono facilmente trovare un compratore.