Elserino Piol: “Contro la crisi una buona finanza”

Pubblicato il 23 Mar 2009

«Prima o poi la tempesta finirà, anche se nessuno può dire
quando e con quali costi, ma nel frattempo non possiamo limitarci a
stare fermi. L’Italia, più degli altri Paesi occidentali, ha
infatti un problema di crescita, deve recuperare il tempo
perduto». La pensa così Elserino Piol,
imprenditore
che di ricette per la crescita se ne intende.
E che sull’Ict ha fondato tutta la sua carriera di successi.
Il venture capital funziona ancora?
Il venture capital ha svolto un ruolo fondamentale per
l’innovazione. Certo oggi, in un momento in cui la finanza non
gode certo di grande popolarità, diventa difficile persino
parlarne. Ma in realtà il venture capital è molto importante.
Soprattutto in un Paese, come l’Italia, che ha bisogno di
recuperare il tempo perduto.
Investire in Ict conviene davvero?
L’Ict è oggi l’unica industria globale e pervasiva, anche se
negli ultimi tempi personalmente non ho visto innovazioni
dirompenti come sono state al loro tempo la telefonia mobile o
Internet. Molte aziende stanno virando verso settori quali
l’energia e l’ambiente che oggi sono molto promettenti. Ma ci
sono comparti dell’Ict, come quello di Internet, di cui  abbiamo
finora visto solo la punta dell’iceberg in termini di
potenzialità. Il Web resta e resterà  dunque protagonista.
Penso, ad esempio, all’evoluzione della pubblicità in Rete e
all’impatto che avrà sugli altri media. Ma penso anche al
cosiddetto “Internet delle cose”, che consente agli oggetti e
alle macchine di parlare fra loro senza l’intermediazione delle
persone. Internet può avere un ruolo – oggi ancora sottovalutato o
non molto evidenziato – nel marketing, sfruttando la coda lunga,
che permettere di presentare al mercato anche prodotti di minor
diffusione.
C’è spazio per tutti? O solo per i big?
 Un uso più esteso del commercio elettronico, finora poco
impiegato dalle aziende italiane, sarebbe ad esempio fondamentale
per lo sviluppo delle nostre piccole e medie imprese. E qui veniamo
ad un punto cruciale. Mentre  i sistemi informativi delle grandi
aziende ci sono e si assomigliano tutti, c’è ancora difficoltà
in Italia a portare l’Ict nelle Pmi.  La logica Software as a
Service potrebbe aiutare, ma il vero problema è che le soluzioni
non soddisfano le esigenze delle nostre imprese, visto che nascono
altrove e  che l’industria  italiana dell’Ict manca di
creatività. Questo a mio parere è un grosso problema per il
Paese, uno dei principali.
Se non  siamo più capaci di fare innovazione basata sulle
tecnologie, come si fa allora a guardare positivo?

Ciò che conta è evidenziare che l’innovazione va vista in
chiave sistemica. Non serve, ad esempio, al Paese investire di più
in ricerca se poi non c’è il modo di portarla al mercato, ossia
di passare dal laboratorio alla vita reale, e se non ci sono gli
strumenti per finanziare lo sviluppo di nuove aziende. Basta
buttare l’occhio oltreconfine per rendersi conti che per dare
vita a prodotti e servizi nuovi servono aziende nuove. Amazon,
Google, eBay, ad esempio, hanno avuto successo perché sono nate
con un nuovo modo di pensare, nuovi processi. Perché hanno
l’innovazione nel dna.  Ciò certamente non esclude la
necessità e la possibilità di innovazione e di ottimizzazione dei
processi anche in settori tradizionali, come  il manifatturiero
delle cosiddette “4A” del made in Italy ossia
abbigliamento-moda, arredo-casa, agroalimentare-vini e
automazione-meccanica. Da alcune di queste aziende, spesso leader
mondiali in segmenti di nicchia, bisogna anzi prendere esempio e
imparare  considerato che il loro modello funziona. Mi riferisco
al modello delle multinazionali “tascabili”.
Realisticamente l’Italia dove può andare a
parare?

In Italia, dove non ci sono più  grandi aziende che fanno ricerca
in settori hi-tech,  certamente non possiamo puntare a dare vita
ad una nuova Olivetti o ad una nuova Telettra. Ma si può
realisticamente puntare, nel settore Ict, proprio allo sviluppo di
multinazionali tascabili. A patto però che  si cavalchino
tecnologie emergenti e si usino approcci completamente nuovi.
Insomma si può fare. Ma quali sono gli ingredienti per la
nascita e l’affermazione di un sistema dell’innovazione in
grado di favorire la nascita di aziende tecnologiche anche in
questo difficile momento economico? Come si fa ad arginare la
crisi?

Ci vogliono strumenti finanziari finalizzati alla nascita di
aziende “bambine” che hanno bisogno di crescere. Ma bisogna
tenere a mente che potrebbero anche fallire. Siamo dunque nel
terreno della finanza di rischio. Anche se può sembrare strano in
un momento in cui la finanza non gode di buona fama, il venture
capital, finalizzato all’economia reale, a far nascere nuove
imprese, è una buona finanza. Il suo ruolo è dimostrato dalla
presenza di una rete significativa di venture capital in tutti i
Paesi caratterizzati da alto tasso di innovazione. In Italia il
pessimismo generato dalla bolla Internet, che negli altri Paesi è
durato due-tre anni, non si è ancora dissolto, ma qualcosa si è
mosso a partire dal 2007.
Qualche esempio concreto?
Ci sono nuove iniziative come 360° Capital Partners, promosso da
Fausto Boni, uno dei veterani del venture capital in Italia,
Innogest, Quantica, Next, il fondo dei fondi di Finlombarda, Dpixel
di Gialuca Dettori, un fondo di seed capital dedicato agli
innovatori Internet, Iban, il network italiano dei Business Angels.
Anche la PA riconosce il ruolo del venture capital. Sono segnali
positivi ma certo non sufficienti. Non bastano da soli né i
venture capital né la ricerca. Ci vogliono gli imprenditori,
possibilmente giovani, con tempo ed energie, e ciò mette in gioco
anche il sistema scolastico, la formazione dei talenti. Ma se si
comprendono e si condividono gli ingredienti per l’innovazione e
se c’è un comportamento dei protagonisti coerente con questo
sistema, penso che in Italia si possano creare tutte le condizioni
affinché il Paese torni ad essere innovativo.
Una visione di lungo periodo.  Nel frattempo che si
fa?

La visione di lungo periodo è necessaria e soprattutto va portata
avanti con coerenza: una legislatura certo non basta. Ed è anche
vero che l’Italia non può aspettare.
Bisogna agire su due binari: lavorare da subito per creare
l’infrastruttura di sistema e valorizzare quel che abbiamo, che
non è poco. Bisogna, ad esempio, in ambito universitario
concentrare le risorse sulle eccellenze che possono dare risultati
a breve e su aree del Paese, penso a Milano e a Torino, dove già
c’è una concentrazione di eccellenze.
Se pensiamo agli Stati Uniti, c’è una sola Silicon Valley, non
decine sparse per il Paese. E le persone si spostano seguendo la
cultura del “go west”. Dovremmo anche noi imparare la mobilità
per non frammentare inutilmente le iniziative.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Video&podcast
Analisi
VIDEO&PODCAST
Video & Podcast
Social
Iniziative
Da OpenCoesione 3.0 a Cap4City: ecco i progetti finanziati dal CapCoe.  Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Capacità amministrativa e coesione: il binomio vincente per lo sviluppo dei territori
FORUM PA PLAY: come unire sostenibilità e investimenti pubblici. Speciale FORUM PA CAMP Campania
Scenari
Il quadro economico del Sud: tra segnali di crescita e nuove sfide
Sostenibilità
Lioni Borgo 4.0: un passo verso la città del futuro tra innovazione e sostenibilità
Podcast
Centro Servizi Territoriali: uno strumento per accompagnare gli enti nell’attuazione della politica di coesione. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Podcast
EU Stories, il podcast | Politiche di coesione e comunicazione: una sinergia per il futuro
Opinioni
La comunicazione dei fondi europei da obbligo ad opportunità
eBook
L'analisi della S3 in Italia
Norme UE
European Accessibility Act: passi avanti verso un’Europa inclusiva
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Da OpenCoesione 3.0 a Cap4City: ecco i progetti finanziati dal CapCoe.  Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Capacità amministrativa e coesione: il binomio vincente per lo sviluppo dei territori
FORUM PA PLAY: come unire sostenibilità e investimenti pubblici. Speciale FORUM PA CAMP Campania
Scenari
Il quadro economico del Sud: tra segnali di crescita e nuove sfide
Sostenibilità
Lioni Borgo 4.0: un passo verso la città del futuro tra innovazione e sostenibilità
Podcast
Centro Servizi Territoriali: uno strumento per accompagnare gli enti nell’attuazione della politica di coesione. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Podcast
EU Stories, il podcast | Politiche di coesione e comunicazione: una sinergia per il futuro
Opinioni
La comunicazione dei fondi europei da obbligo ad opportunità
eBook
L'analisi della S3 in Italia
Norme UE
European Accessibility Act: passi avanti verso un’Europa inclusiva
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati