Quasi un’azienda su due l’anno scorso ha perso email e documenti ed ha impiegato almeno mezza giornata di lavoro per recuperali. Lo sostiene un’indagine realizzata da Kroll Ontrack, che fornisce soluzioni e servizi di recupero dati, cancellazione sicura e computer forensics.
Realizzata su un campione di 326 individui (57% personale IT, 17% ingegneri, 14% forza vendita, 4% marketing e 8% appartenenti ad altre categorie), la ricerca evidenzia come nell’ultimo anno il 42% delle aziende abbia perso almeno una volta i dati dalle due applicazioni di gestione email e contenuti aziendali più usate al mondo, Microsoft® Exchange Server e Microsoft® Office SharePoint® Server. A sostenere invece di aver perso le email più volte nel corso dell’anno è stato il 25% degli intervistati.
Ovviamente questo tipo di perdite possono essere considerate più o meno gravi dagli addetti ai lavori: il 37% delle aziende l’ha liquidata come un’interruzione occasionale, ma resta un buon 20% che parla di “grave interruzione”.
Per recuperare i dati perduti ci vuole tempo e impegno: il 59% delle aziende ha sprecato mezza giornata, il 14% molti giorni ma c’è anche un preoccupante 5% che non è mai riuscito a rintracciare le email svanite nel nulla.
Come è stato possibile recuperare i dati scomparsi? Il 26% degli intervistati ha affermato di aver utilizzato un backup esistente, il 21% si è avvalso di competenze all’interno dell’azienda, il 18% è riuscito a ricrearli e il 14% ha utilizzato un software.
Preoccupanti i costi del fenomeno: per il 60% degli interpellati la perdita ha comportato un impatto finanziario di circa 50.000 dollari o più, mentre il 3% ha subito danni addirittura sopra il milione di dollari.
“Per molte aziende, a prescindere dalla dimensione – ha commentato Paolo Salin, country director di Kroll Ontrack in Italia – la posta elettronica significa tutto, dalle comunicazioni interne fino a importanti scambi di email con i clienti relativi a fatturazioni e pagamenti. La perdita di queste informazioni sottrae risorse all’azienda perché genera un elevato numero di richieste per il recupero e il ripristino dei dati e di conseguenza un carico di lavoro aggiuntivo per gli amministratori IT”.