È il maggior finanziamento nel fintech italiano. Moneyfarm, startup di gestione finanziaria fondata nel 2011 da Paolo Galvani e Giovanni Daprà, ha ottenuto 46 milioni di investimenti. Serviranno per consolidare la presenza in Italia e Gran Bretagna, rafforzando il team di 90 professionisti che oggi lavorano nelle sedi di Londra, Milano e Cagliari.
Al round di finanziamento, guidato da Allianz Asset Management, ha preso parte Endeavor Catalyst, il fondo di investimento di Endeavor Global, l’organizzazione no-profit che seleziona imprenditori ad alto potenziale. Proprio lo scorso anno ha accolto nel proprio network anche i due fondatori di Moneyfarm.
“L’accesso al capitale, favorito anche da strumenti come Endeavor Catalyst, è uno degli elementi attorno a cui, insieme all’accesso ai mercati e al talento, si sviluppa il lavoro di Endeavor nei confronti degli imprenditori supportati”, spiega Raffaele Mauro, managing director di Endeavor Italia. “Il nostro obiettivo è far sì che la possibilità di investimento di Endeavor Catalyst si estenda a un numero sempre maggiore di imprese italiane. Il Paese è pronto ad attirare capitali stranieri, vogliamo facilitare questo processo supportando gli imprenditori nel piano di crescita”.
Endeavor Catalyst, al suo terzo finanziamento in Italia dopo quello del 2016 in Talent Garden e del 2017 in Empatica, finora ha concluso con successo 76 investimenti in 30 Paesi. Il processo seguito dal fondo si basa su regole molto semplici: può investire fino al 10% del round complessivo, con un investimento massimo di 2,5 milioni di dollari, se il round parte almeno da 5 milioni di dollari, se è guidato da un lead investor qualificato e se l’imprenditore fa parte del network di Endeavor. La partecipazione di Endeavor Catalyst è passiva: il fondo di co-investimento si astiene dai voti come azionista e partecipa alle riunioni del consiglio come osservatore silenzioso.
Oltre a Endeavor Catalyst, al round di investimento per Moneyfarm ha partecipato anche la Fondazione di Sardegna. Hanno aderito anche United Ventures e Cabot Square Capital, dando seguito agli investimenti già effettuati nei precedenti round, nel 2012 e nel 2015.