TECNOLOGIA

Enea battezza a Bologna il primo archivio universale dei codici informatici

Si tratta di un patrimonio di oltre 6 miliardi di file con cui sono stati realizzati più di 90 milioni di software a livello mondiale. L’iniziativa nell’ambito del progetto “Software Heritage”, nato dalla collaborazione tra l’ente francese Inria e Unesco

Pubblicato il 25 Ott 2019

enea

Approda all’Enea di Bologna il primo archivio universale dei codici sorgente, un patrimonio informatico di oltre 6 miliardi di file da cui sono stati realizzati finora più di 90 milioni di software a livello mondiale, da quello che guidò il computer di bordo di Apollo 11 sulla luna fino alla computer music. L’iniziativa rientra nel progetto Software Heritage, l’archivio universale dei codici fondato in Francia nel 2016 da Inria, l’Istituto nazionale francese per la ricerca nel campo dell’informatica e dell’automazione, in collaborazione con l’Unesco. Tra gli sponsor dell’iniziativa ci sono Microsoft, Intel e Google.

Enea ospiterà la prima “replica” (in gergo tecnico mirror) – a livello istituzionale in Europa – di questa moderna libreria di codici sorgente, un patrimonio digitale espressione dell’ingegno, dell’intelligenza e della cultura dell’umanità. Il primo compito sarà garantirne la sicurezza e la disponibilità per chiunque vorrà consultarlo. Ma non solo. Questo archivio darà la possibilità di studiare e analizzare codici e algoritmi, sviluppando nuove metodiche per ricavare informazioni e produrre nuova conoscenza; così, in analogia con quanto avviene per i Big Data, si potrà parlare di Big Code. La collaborazione tra Enea e Inria nasce dall’esperienza dell’Agenzia nei campi della modellistica, del calcolo e dello sviluppo di codici, strumenti indispensabili per il progresso della scienza e della tecnologia.

“Siamo orgogliosi di accogliere Enea come primo mirror istituzionale europeo di Software Heritage e siamo impazienti di esplorare insieme le opportunità aperte da questa collaborazione”, sottolinea Roberto Di Cosmo, direttore del progetto “Software Heritage”.

“Grazie a questo immenso grande archivio, una sorta di Biblioteca di Alessandria che custodisce le fondamenta del software, Enea contribuirà a preservare un patrimonio intangibile di grande valore, come il codice sorgente, contribuendo al complesso ecosistema che oggi rende la Regione Emilia Romagna un avamposto del super calcolo e della scienza dei dati”, sottolinea Silvio Migliori, responsabile della divisione Ict dell’Enea.

La collaborazione tra il Centro Enea di Bologna e Inria si inserisce in un contesto particolarmente favorevole che vedrà il capoluogo emiliano ospitare nel nascente Tecnopolo bolognese il Centro Dati Meteo europeo e Leonardo, il supercomputer destinato a posizionarsi tra i primi cinque al mondo, che fanno di Bologna e della Regione un polo internazionale dell’High Performance Computing e dei Big Data.

Le competenze dell’’Enea di Bologna nel settore del calcolo risalgono al 1958, quando l’allora Cnen e Università di Bologna fondarono il primo centro di calcolo scientifico in Italia. Due anni dopo Enea – Cnen apriva il suo primo centro di calcolo, raccogliendo un gruppo di ingegneri, fisici e matematici attorno a uno dei più potenti calcolatori dell’epoca (un Ibm 740). Oggi l’Agenzia dispone di una delle infrastrutture di super calcolo più potenti in Italia, Cresco6, recentemente entrato nella prestigiosa classifica Top500 dei supercomputer mondiali, grazie a una potenza di 1,4 milioni di miliardi di operazioni matematiche al secondo (1.4 PetaFlops).

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