LA RICERCA

Luyce e gas, un italiano su due sceglie online i fornitori

Lo studio Google-Bain & Company: canali digitali sempre più importanti per migliorare la customer journey. Fabio Vaccarono: “L’online è un alleato strategico per le aziende del settore”. Roberto Prioreschi: “Italia avanti rispetto agli altri Paesi europei”

Pubblicato il 25 Gen 2019

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Più di un italiano su due sceglie i propri fornitori di energia tramite Internet. E’ il risultato principale che emerge da un’analisi realizzata da Bain & Company insieme a Google, realizzata attraverso un questionario online e un’analisi delle ricerche su Google. In più, secondo quanto emerge dal report, si tratta di una tendenza destinata a crescere prepotentemente nei prossimi anni, con un’importante opportunità di differenziazione per i brand del settore.

Da qui la necessità di sviluppare canali digitali sempre più efficaci per migliorare la customer journey dei brand che operano nel campo del gas e della luce, anche attraverso una comunicazione dinamica ed efficace per raggiungere il pubblico giusto, al momento giusto con il messaggio giusto.

“Il mondo dell’energia ha un grande potenziale di crescita grazie agli strumenti digitali, che sono ormai un alleato strategico per le aziende del settore – afferma Fabio Vaccarono, managing director di Google Italia – Siamo lieti della collaborazione con Bain & Company che nasce quest’anno per aiutare le aziende energetiche nel percorso di fidelizzazione del consumatore del futuro”.

“Il digital nel settore energy è oggi a un punto di svolta, oltre il quale vinceranno solo le aziende che sapranno seguire un approccio ‘pragmatico’, integrando una visione strategica di lungo con opportunità concrete di business di breve periodo – aggiunge Roberto Prioreschi, managing director di Bain & Company in Italia – Infatti, il cliente energy in Italia già oggi fa ricorso al canale on line nei propri processi di acquisto in modo più intensivo rispetto ai clienti europei. Inoltre, la ricerca mostra che, sebbene il prezzo rimanga importante, disponibilità di servizi innovativi, ampiezza di offerta e branding mirato saranno leve chiave della competizione su cui le aziende possono costruire un vantaggio competitivo».

L’interesse online per gli argomenti relativi all’energia, emerge dalla ricerca, è in costante aumento e i canali digitali rappresentano la principale fonte di informazione per gli utenti, con una crescita della ricerca sul web del 150% rispetto al 2015, con forte spinta del mobile. Esiste un enorme potenziale in termini di volumi di ricerca online attesi (fino al + 40% nei prossimi 5 anni), in un contesto italiano in cui la penetrazione digitale risulta ancora inferiore rispetto a quella dei principali paesi dell’Unione Europea.

Gli italiani, inoltre, si informano sulle tematiche legate al mondo dell’energia e il 59% conosce la differenza tra mercato libero e mercato regolamentato. I canali digitali sono la fonte preferita nel reperimento di informazioni utili ma il consumatore non è ancora completamente soddisfatto della customer experience proposta.

Il prezzo, secondo lo studio, rimane uno degli elementi più sensibili per l’utente finale, ma non è l’unico e non quello dirimente: l’interesse per i prodotti e i servizi connessi al mondo dell’energia e per i prodotti innovativi cresce rispettivamente del 10% e 20% all’anno in termini di ricerche online.

“Una lettura approfondita dei comportamenti del consumatore – sottolinea Alessandro Cadei, responsabile Emea per la practice Energy & Utilities di Bain & Company – fa emergere come il cliente si interessi in modo più ampio alle tematiche del mondo energetico, mirando all’acquisto on line anche di servizi più evoluti, come fotovoltaico, fonti rinnovabili, efficienza energetica, mobilità elettrica e sostenibilità ambientale”.

“Alla luce di tutto ciò – conclude Prioreschi – risulta chiaro perché le aziende di successo dovranno quindi seguire 5 golden rule: attivare processi decisionali fortemente guidati dai dati; internalizzare competenze e leve strategiche digitali; adottare una chiara strategia di brand mirata ai canali digitali; non essere dipendenti da tecnologie e sistemi IT; installare in azienda una cultura volta all’apprendimento continuo e al miglioramento dell’operatività sui canali digitali”.

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