IL PROGETTO

Green data center, Eni spinge sull’Hpc6: più potenza all’insegna della sostenibilità

Via alla realizzazione della nuova infrastruttura che consentirà di potenziare significativamente la capacità computazionale, passando dagli attuali 70 PFlop/s a oltre 600. Prestazioni energetiche che efficientano i consumi e riducono l’impronta di carbonio. L’Ad Descalzi: “Punto di svolta nel modo in cui affrontiamo le sfide della sicurezza energetica e della competitività”

Pubblicato il 23 Gen 2024

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Eni spinge sull’High Performace computing (Hpc) e avvia la realizzazione di un nuovo sistema di super calcolo Hpc6. L’operazione consentirà di potenziare significativamente la capacità computazionale del Green Data Center, passando dagli attuali 70 PFlop/s di Hpc4 e Hpc5 a oltre 600 PFlop/s di picco del nuovo Hpc6, pari a circa 600 milioni di miliardi di operazioni matematiche complesse al secondo. Il nuovo sistema Hpc di Eni, caratterizzato da una potenza computazionale straordinaria, segna così un incremento della capacità di calcolo pari a un ordine di grandezza superiore rispetto al precedente.

La tecnologia Hpc6

L’architettura di Hpc6 è stata concepita con la stessa tecnologia che costituisce i sistemi a oggi più potenti in Europa e nel mondo: il sistema Hpc6 e il relativo storage saranno forniti da Hewlett Packard Enterprise, vincitore della gara che ha coinvolto i principali player a livello mondiale, impiegando rispettivamente tecnologia Hpe Cray EX4000 e Hpe Cray ClusterStor E1000. Il sistema di calcolo è costituito da Cpu Amd Epyc e Gpu AMD Instinct ed è interconnesso con tecnologia di rete a bassa latenza e alte prestazioni Hpe Slingshot e una volta completato sarà uno dei supercalcolatori più potenti al mondo dedicato all’uso industriale.

Spinta alla sostenibilità

In linea con il continuo impegno per sostenibilità di Eni, Hpc6 avrà prestazioni energetiche che efficientano i consumi e minimizzano le emissioni di carbonio e sarà installato in un’area dedicata presso il Green Data Center dove è stato realizzato un nuovo sistema di raffreddamento a liquido per una gestione ancora più sostenibile ed efficiente.

Hpc6 non solo sostiene il processo di digitalizzazione e innovazione di Eni ma allo stesso tempo rappresenta un asset cruciale per affrontare le sfide per il raggiungimento del net zero attraverso una leva tecnologica decisiva per l’acquisizione di vantaggi competitivi nello sviluppo delle nuove fonti di energia.

“Tramite questa iniziativa continuiamo a supportare in modo determinante la nostra leadership tecnologica, riaffermando il ruolo di Eni nel supercalcolo, e rilanciamo le nostre ambizioni nell’ambito delle infrastrutture a esso dedicate – commenta l’Ad di Eni, Claudio Descalzi – Questo progetto riflette il nostro impegno costante verso l’innovazione e la digitalizzazione a servizio anche del nostro percorso di transizione energetica. Il nuovo sistema Hpc potenzia significativamente le nostre capacità di calcolo e segna un nuovo punto di svolta nel modo in cui affrontiamo le sfide della sicurezza energetica, della competitività e della sostenibilità”.

I data center di Eni

Attualmente Eni dispone dei sistemi di supercalcolo Hpc4 e Hpc5 che raggiungono complessivamente una potenza di calcolo di 70 milioni di miliardi di operazioni matematiche complesse al secondo (70 PFlop/s) e sono caratterizzati da una architettura ibrida che ottimizza le prestazioni contribuendo al contempo a contenere i consumi di energia. I due supercomputer sono ospitati nel Green Data Center di Ferrera Erbognone, uno dei centri di calcolo con la più alta efficienza energetica e miglior contenimento dell’impronta carbonica in Europa: infatti, oltre a essere alimentato in parte da un impianto fotovoltaico da 1MW di potenza, per almeno il 92% dell’anno il raffreddamento delle macchine è ottenuto dalla circolazione di aria a bassa velocità, riducendo al minimo il ricorso al condizionamento.

 

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