La chiamano “relationship machine”, la soluzione in cloud che consente relazioni interattive tra persone, oggetti e applicazioni. È Rainbow, nuova creatura di Alcatel-Lucent Enterprise, player di punta dell’enterprise communication market (sede in Francia, oltre 2.200 dipendenti e attiva in oltre 50 Paesi) che investe su tecnologie a prova di futuro al servizio del business dei clienti. Ma attenzione: con Rainbow il confine delle “relazioni” può estendersi oltre l’umano. Perché “connette identità”, dice a CorCom Marco Pasculli, Vp Head of Communications Business Engine di ALE, Alcatel-Lucent Enterprise, illustrando le potenzialità offerte dalla nuova strategia ALE per le comunicazioni di tipo ibrido.
Marco Pasculli, Rainbow “connette identità”: sembra futuribile.
Sì, perché identità non è riferibile unicamente a una persona, o a un numero di telefono. Ma anche, per esempio, a un sensore (IoT). E Rainbow permette di integrare all’interno della piattaforma anche sensori, macchine, bot. Quindi intelligenza artificiale, ma non solo.
Un passo indietro. Rainbow come contribuisce alla strategia di comunicazione Ale?
Bisogna tenere presente che Rainbow è un’applicazione che serve ad abilitare servizi di Unified Communication in cloud in modalità Freemium (gratuitamente cioè registrandosi presso il sito www.openrainbow.com) e che, una volta connessa al PBX dei nostri clienti, permette la completa integrazione dell’ambiente di Collaboration con le funzioni telefoniche avanzate. Nelle prossime settimane verranno inoltre resi disponibili i connettori Rainbow per sistemi di terze parti e rendere quindi possibile federare sistemi telefonici eterogenei.
A circa due mesi dal lancio come valutate la risposta del mercato?
Al momento abbiamo più di 400 macchine connesse. Se il buongiorno si vede dal mattino, possiamo essere ottimisti.
A chi vi rivolgete?
A qualunque azienda, di qualunque dimensione, in qualunque punto geografico, che voglia approcciare il cloud ibrido. Di conseguenza abbiamo 500mila aziende nel mondo che possono accedere alle nostre soluzioni cloud. Senza fare investimenti iniziali, se i sistemi sono aggiornati all’ultima release.
La novità più attraente per il cliente?
Che Rainbow introduce il concetto del cloud ibrido. Mi spiego: se un cliente conta già su una piattaforma di comunicazione “in casa”, e ne è soddisfatto o non vuole cambiare, ora può utilizzare tutti i servizi di Unified Communication e Collaboration dal cloud. In altre parole: server a casa del cliente, servizi UC in cloud.
Questo può andare incontro a molte esigenze.
Sì, questo va incontro alle aziende che tendono a mantenere il proprio sistema telefonico e che non vedono la necessità di cambiarlo o di spostare tutto in cloud. Con Rainbow possono mantenere il sistema telefonico, ma avere contemporaneamente accesso a tutte le funzioni più innovative del cloud. E questo senza dover fare investimenti. L’altra novità introdotta è la tecnologia CPaaS, Communication Platform as a Service. Di nuovo, un’architettura cloud che permette l’integrazione di servizi di telefonia, collaboration, videochiamata, audioconferenza con le applicazioni utilizzate quotidianamente dalle aziende per fare business – dall’automation al CRM. In questo caso non serve acquistare un sistema UC esterno perché ALE fornisce il plug in e il kit di sviluppo a chiunque voglia sviluppare integrazioni con qualsivoglia applicazione. È questa la nostra risposta alla digital transformation per le aziende che vogliono gestire in maniera efficace ed efficiente il cambiamento.
Tornando alle applicazioni di IoT, quali user case vanno in questa direzione?
Faccio un esempio: una banca, fra i nostri clienti. In questo caso si tratta di integrare messaggistica e sistema di notifiche nel proprio applicativo per la gestione della relazione con il cliente. Più in particolare stiamo integrando Rainbow con gli sportelli e con il contact center per permettere a qualunque cliente dell’istituto di interagire in tempo reale con i bot e le applicazioni della banca stessa. Mi riferisco anche ai bot che consentono di rispondere con voce umana o in chat direttamente agli utenti utilizzando l’intelligenza artificiale. Rainbow a sua volta viene integrato nello strumento di produttività della banca legato al customer service. Questo sta dando una svolta al modo di interagire della banca con i propri clienti.
Ci sono altri settori coinvolti?
Quello del turismo è un altro esempio destinato ad accelerare nell’adozione delle nuove tecnologie di comunicazione. In questo caso sta testando la nostra piattaforma un gruppo alberghiero internazionale. Noi forniamo Rainbow che il cliente ‘customizza’ con il proprio logo per poi renderlo disponibile gratuitamente a tutti i propri clienti.
Cosa comporta?
Comporta che Rainbow, personalizzato con il logo del Gruppo, si trasforma in strumento di comunicazione real time con l’albergo. L’ospite dell’albergo può facilmente interagire con l’hotel in qualunque momento, prenotare, chattare, avere risposte in tempo reale per tutti i servizi messi a disposizione dalla struttura alberghiera. Ma si può andare oltre integrando applicazioni di tipo diverso: per esempio è possibile effettuare il check-in, che diventa un’operazione online. O, ancora, diventa possibile utilizzare lo smartphone come chiave della stanza…
Fin qui si parla di settori privati.
Ma abbiamo nel nostro portafoglio anche un ente pubblico che ha lavorato a un modello di smart city, abilitando servizi digitali al cittadino. In questo caso il cliente – la Pubblica Amministrazione – sta distribuendo Rainbow a tutti i cittadini per consentire loro un contatto diretto e in real time con la PA all’interno di applicazioni della municipalità: servizi online di sicurezza, pronto intervento, gestione del traffico. Sono solo esempi: ma il limite è potenzialmente inesistente.