Ericsson ora parla francese. Il colosso svedese delle telecomunicazioni ha annunciato l’intenzione di acquisire le attività Telecom & Media di Devoteam in Francia, leader nella consulenza Ict con 5.000 dipendenti in Europa, Medio Oriente e Africa.
Dopo le necessarie consultazioni, l’acquisizione dovrebbe avvenire agli inizi di aprile 2013. L’accordo prevede il passaggio in Ericsson di 400 professionisti dei servizi IT basati in Francia e l’acquisizione delle attività Tv SmartVision.
L’unità Telecom & Media di Devoteam si occupa di consulenza e system integration nelle aree Operation and Business Support System, piattaforme e applicazioni per la distribuzione, IP Multimedia Subsystems, reti radio, IP e Tv.
Il nuovo acquisto, con cui il gruppo scandinavo punta a rafforzare questi settori del suo business sia nel segmento operatori che in quello media, è in linea con la strategia aziendale di estendere le competenze nei servizi IT.
“L’acquisizione delle attività di Devoteam – ha commentato Magnus Mandersson, executive vice president e head of Business unit global services di Ericsson – ci consente di unire una competenza unica nel suo genere a una più ampia e complessa attività di consulenza tecnica e strategica, nell’ottica di migliorare ulteriormente l’offerta per i nostri clienti. Questa è un’ulteriore prova – ha proseguito – dell’impegno di Ericsson nel diventare partner preferenziale per l’evoluzione del business attualmente in corso nel settore delle telecomunicazioni”.
A sua volta Derek Nutley, Telecoms Director Devoteam, ha dichiarato che “questa transazione, in linea con il piano strategico per il 2015 di Devoteam, ci consentirà di focalizzarci sull’innovazione della nostra offerta. Ericsson è già partner chiave di Devoteam, in particolare nel Regno Unito e nei Paesi mediterranei, e speriamo che questa operazione rafforzi ulteriormente il nostro rapporto di collaborazione. Devoteam Telecom & Media in Francia beneficerà della competenza di Ericsson e della sua presenza e scala globale”.
A gennaio 2010 Ericsson aveva acquistato Pride, società italiana specializzata nella consulenza e nella system integration Ict con 1.000 dipendenti e un giro d’affari di 120 milioni euro. Come aveva specificato l’azienda in una nota, l’acquisizione si inseriva “in un quadro strategico che vede nei servizi Ict un fattore chiave nello scenario evolutivo del mercato delle telecomunicazioni, caratterizzato da una sempre maggior complessità in cui le reti fisse e mobili convergono e i servizi ai clienti divengono sempre più avanzati”.