LA MOBILITAZIONE

Ericsson, sciopero contro i licenziamenti: “Azienda renda noto piano industriale”

Mobilitazioni a Roma, Genova, Napoli e Palermo: 350 i tagli. I sindacati: “Non si può fare una riorganizzazione a colpi di licenziamenti collettivi”. Chiesto l’intervento del Mise

Pubblicato il 20 Apr 2017

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Sciopero e presidi per i lavoratori della Ericsson contro i per 350 licenziamenti per i quali l’azienda ha già avviato le procedure. Lo sciopero è indetto unitariamente da Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Telecomunicazioni”.

Presidi sono stati organizzati nelle città dove sono presenti sedi dell’azienda: davanti alle prefetture di Roma e Genova e davanti sede aziendali di Napoli e Palermo.

“Pensare di governare la trasformazione, pur necessaria di un’azienda a seguito anche della perdita di alcune commesse, a colpi di licenziamenti collettivi non è soltanto inaccettabile, ma improponibile se determinato da una grande multinazionale che opera in un settore ad alto valore aggiunto e comunque in forte espansione” dicono i sindacati. La Slc in particolare punta il dito contro la “politica aziendale di tagli che a Genova, ad esempio, dove sono previsti 61 licenziamenti, negli anni ha visto scendere i lavoratori da 1.200 unità a meno di 600”.

“Al di là dello sciopero – proseguono le sigle – i sindacati avvieranno una ricognizione con le istituzioni locali (Regioni e Comuni, ci sono realtà che rischiano di sparire come già successo a Pisa), e si rinnoverà la richiesta al Mise, per un coinvolgimento del Ministero dello Sviluppo che non può non tener conto del fatto che parti importanti della produzione, ricerca e sviluppo nel settore delle Tlc, creano ricchezza e occupazione altrove mentre in Italia licenziano”.

La Slc, pur riconoscendo che una trasformazione è necessaria, “a seguito della perdita di alcune commesse”, non è accettabile e proponibile di “governarla a colpi di licenziamenti collettivi”. Per questo chiedono alla società “di rendere noto il proprio piano industriale chiarendo una volta per tutte qual è la sua idea di sviluppo e quali le ricadute occupazionali e produttive sui territori che la ospitano.

Lo scorso 21 marzo Ericsson ha reso di noto di aver avviato una procedura di riduzione del personale per un massimo di 354 addetti: 315 in Ericsson Tlc e e il resto in IT Solutions &Services.

Tra i 315 dipendenti delle Tlc: 238 impiegati, 12 dirigenti e 65 quadri. Il colosso svedese precisa che non è possibile ricorrere a soluzioni meno dolorose, come i contratti di solidarietà e/o la cassa integrazione. Tra i motivi, la perdita della commessa da parte di Ericsson per la gestione della rete mobile congiunta di Wind e 3 Italia, che è stata aggiudicata invece dai cinesi di Zte Corporation.

“Tale decisione risponde alla necessità di incrementare l’efficienza e di adeguare le operazioni ai volumi di business per restare competitivi e garantire profittabilità – spiegava una nota dell’azienda – Ericsson è disposta a impegnarsi in un dialogo costruttivo con le organizzazioni sindacali al fine di individuare le migliori soluzioni. Ericsson conferma inoltre il proprio impegno in Italia, dove è presente dal 1918, oggi con circa 3800 dipendenti”.

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