Ericsson supera l’esame del controllore indipendente che – nel corso degli ultimi quattro anni – ne ha monitorato il programma globale di conformità anticorruzione e il sistema dei controlli interni. A disporre la supervisione era stato il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti a seguito di un accordo raggiunto con la multinazionale svedese per porre fine a un contenzioso datato 2019, con accuse sulle pratiche commerciali storiche di Ericsson. In quella data, insieme al monitoraggio della conformità delle proprie pratiche, l’azienda aveva accettato sanzioni per un ammontare complessivo di 1,1 miliardi di dollari.
La fine del monitoraggio
Il monitoraggio su Ericsson disposto dagli Stati uniti è terminato il 2 giugno, con la società svedese che ha confermato la sua volontà di collaborare in futuro alle indagini tuttora in corso sulla condotta passata dell’azienda.
“Questa è una pietra miliare nel nostro percorso di miglioramento dell’organizzazione”, afferma il ceo di Ericsson Borje Ekholm, sottolineando l’impegno dell’azienda nell’aver implementato negli ultimi anni “importanti requisiti e processi di conformità”. “Il nostro impegno per l’integrità – aggiunge Ekholm – è solido come una roccia”, annunciando “tolleranza zero nei confronti di corruzione, frode o altre pratiche scorrette”.
La nomina di Rebecca Rohr a chief compliance officer
Insieme al monitoraggio dell’autorità indipendente si è chiuso nei giorni scorsi anche il patteggiamento che Ericsson aveva concordato nel marzo 2023 sulle “violazioni non penali”. A questo si aggiunge la scelta, a marzo, di nominare Rebecca Rohr per il ruolo di chief compliance officer, affidandole il compito di snellire i processi interni di conformità e facendola affiancare da un team ad hoc per monitorare i processi aziendali.