Focus sul digitale nel semestre europeo a guida estone. A meno di un mese dall’inizio del periodo di presidenza del Consiglio Ue, il Paese baltico ha in più occasioni sottolineato la sua intenzione di dedicarsi in maniera particolare al dossier “digitale” dell’Unione europea, forte dell’esperienza in patria.
La piccola nazione baltica (1,3 milioni di abitanti) è leader per le applicazioni digitali nella pubblica amministrazione, nei pagamenti, nella maggior parte delle attività della vita quotidiana. Il semestre estone comincia in anticipo di sei mesi: il Regno Unito, che secondo la programmazione doveva avere la presidenza Ue a partire dal primo luglio 2017, è stata per ovvie ragioni esclusa dall’incombenza.
Il Paese guidato dal primo ministro Juri Ratas ha lavorato duro negli ultimi 12 mesi per prepararsi e ora, prima ancora dell’inizio del semestre, ha già annunciato un “digital summit”, in cui i leader dei 28 saranno chiamati a discutere nella capitale Tallin del futuro digitale dell’Europa, il prossimo 29 settembre. Angela Merkel ha già confermato la sua partecipazione, assicurano fonti estoni. Come spiegano i diplomatici che lavorano al dossier, ci sono una cinquantina di ambiti su cui l’Europa deve avanzare nell’agenda digitale, predisponendo una legislazione adeguata: dal commercio alla societa’, alla condivisione dei dati senza trascurare la protezione di quelli personali.
In base al Rapporto Desi 2016, l’Estonia ottenendo un punteggio complessivo di 0.59 (rispetto al punteggio di 0.57 del 2015) e si classifica al 7° posto tra i 28 Stati membri dell’Ue. Il miglioramento è stato possibile soprattutto grazie all’attuazione della strategia Digital Society Estonia 2020 che punta a ridurre il gap digitale tra aree urbane e rurali in modo da raggiungere una velocità di trasmissione dati fino a 100 Mbit/s su tutto il territorio nazionale. Altro programma chiave è e-Estonia.com che fornisce una serie di servizi digitali ai cosiddetti e-residenti estoni- quelli che sono dotati di un’identità digitale – per fruire di un solo punto di accesso alla PA.
Attraverso il programma e-Estonia, frutto di accordi fra il settore pubblico e il privato, si può votare votare tramite Web, firmare online contratti con valenza legale, inoltrare in formato digitale atti giudiziari, denunce alle forze dell’ordine, esami medici e documentazione fiscale. La’iniziativa più eclatante è e-residency, la “cittadinanza elettronica”, di cui hanno già beneficiato fra gli altri il primo ministro giapponese Shinzo Abe e l’evangelist di Apple Guy Kawasaki. Attualmente circa il 2% delle imprese registrate nel Paese sono figlie dell’e-residency.
Altro punto centrale della strategia di Tallin è la libera circolazione dei dati. Nei mesi scorsi il primo ministro Ratas, ha scritto al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, al premier italiano Paolo Gentiloni e al maltese Joseph Muscat per ribadire che “l’assenza di ostacoli nella connettività fisica e digitale è nell’interesse dell’intera Unione Europea, perché il successo economico non può prescindere dalla libera circolazione di beni, servizi, persone, capitali e conoscenza”. Secondo Ratas, ammettere la libera movimentazione dei dati permetterebbe di trasformare l’Europa di “una vera società dell’informazione”. Il suggerimento è quello di prendere ispirazione dalla politica estone, utilizzando il digitale come strumento di semplificazione burocratica, efficienza e stimolo all’economia.