E’ fissato al 7 settembre il nuovo appuntamento al Mise per cercare di trovare un accordo sulla proposta di Telecom Italia di riorganizzazione del Gruppo. L’azienda capitanata da Marco Patuano e Giuseppe Recchi vorrebbe chiudere la partita dello spin off dei call center a fronte di un aumento degli esuberi strutturali. In dettaglio Il confronto verte sulla proposta di Telecom disponibile a fare marcia indietro sullo spin off dei call center a fronte di un innalzamento degli esuberi da 1.700 a 3.000. Il tutto da gestire con ammortizzatori come la solidarietà. In sostanza l’azienda, scegliendo di mantenere dentro il perimetro aziendale i call center, come richiesto dalle sigle, alzerebbe i numeri degli esuberi dagli annunciati 1.700 a 3.000, aggiungendovi cioè 1.300 lavoratori dei circa 10mila impiegati nei call center.
Una proposta che ha spaccato i sindacati: la Slc Cgil ha lasciato il tavolo di fine luglio al Mise bocciando la proposta ufficializzata dall’azienda, su cui il Governo si è detto d’accordo. E la Cgil ha deciso di non prendere parte all’incontro odierno, l’ultimo prima della pausa estiva: Per la vertenza di Telecom Italia “sono stati confermati nel corso del nuovo incontro al Ministero dello Sviluppo Economico i positivi passi avanti raggiunti nel confronto in atto sulle problematiche di riorganizzazione ed efficientamento” del gruppo, si legge in una nota del Mise. Il ministero “si è rammaricato per la decisione della Cgil di non pendere parte alla riunione cui erano presenti rappresentanti dell’azienda, dei sindacati Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl telecomunicazioni oltre alle rispettive rappresentanze sindacali”.
“Con la decisione di non procedere unilateralmente alla societarizzazione delle attivita’ di ‘caring’, si aprono i primi spiragli positivi nella vertenza Telecom”, dichiara Antonio Vitti, della segreteria nazionale dell’Ugl Telecomunicazioni, al termine dell’incontro al Mise al quale ha partecipato insieme ai delegati della Federazione Riccardo Nicolini e Massimo Ledda sulla vertenza Telecom. Per il sindacalista “bisogna individuare soluzioni condivise, puntando su strumenti che diano garanzie a tutti i lavoratori coinvolti dal piano di tagli, anche mediante il ricorso ad ammortizzatori sociali per tamponare la situazione. Ma occorre soprattutto che il governo si attivi con politiche di sostegno al comparto delle Tlc, proteggendo i posti di lavoro e favorendo anche le nuove assunzioni che l’azienda ha deciso di accantonare”. “In un mondo in cui le relazioni sociali, economiche e politiche sono fortemente digitalizzate – aggiunge – il settore delle Telecomunicazioni deve essere considerato un motore di sviluppo e, in tale ottica, deve essere destinatario di investimenti strategici”. “Auspichiamo infine che – conclude il sindacalista – ci sia un ripensamento da parte della Slc-Cgil e che tutto il fronte sindacale torni unito a negoziare, a partire dal prossimo incontro del 7 settembre, un’intesa positiva per i lavoratori e per il futuro dell’azienda e del comparto”.