«Di dematerializzazione, intesa come rivoluzionario strumento per
ridurre i flussi cartacei tra le varie amministrazioni a favore di
processi documentali totalmente informatizzati, si parla da diversi
anni. Rispetto al passato, però, questa volta la ‘rivoluzione’
si compierà davvero”. Stefano Buscemi, direttore
Operazioni produttive di Eustema, non ha dubbi al
riguardo. Il manager dell’azienda capitolina, attiva da
vent’anni sul fronte della gestione integrale delle informazioni
e dell’automazione dei processi organizzativi, è convinto
tuttavia che le ragioni del successo non andranno ricercate in
particolari novità legislative o ricondotte alla sopravvenuta
disponibilità di chissà quale soluzione tecnologica. “Se si
esclude la risoluzione 364E del 3 ottobre 2008 dell’Agenzia delle
Entrate (in tema di archiviazione sostitutiva, ndr) non mi sembra
che rispetto a quanto previsto per il protocollo informatico e i
sistemi di gestione documentale dal DPR 445/2000, e successivamente
dal D. Lgs. 82/2005 ‘Codice della PA Digitale’, gli attuali
contesti normativi e tecnologici offrano spunti particolarmente
nuovi – sostiene Buscemi -. Sicuramente non tali da rendere
improvvisamente possibile ciò che fino a pochi anni fa sembrava
irrealizzabile”.
Ingegnere, se ritiene però che la riforma tanto cara al
ministro Brunetta andrà in porto, qualche elemento di novità
rispetto al passato dovrà pur esserci…
Sicuramente. Ed è quello più importante di tutti: la volontà. Ho
potuto constatare in prima persona che senza una precisa volontà e
la disponibilità a far partire dall’alto processi che
determinano una razionalizzazione dei modelli organizzativi e
produttivi, qualsiasi riforma è destinata al fallimento, tanto nel
privato quanto nel pubblico. In questo caso, oltre ad un’evidente
determinazione e all’impegno assunto in prima persona dal
ministro, possiamo contare su una rete di nuova generazione tra le
più avanzate d’Europa, la Spc e su un livello di aspettative da
parte degli utenti che non può essere trascurato ulteriormente. Mi
sembra che le condizioni per realizzare l’accesso unico ai
servizi e abolire definitivamente l’uso della carta nei processi
amministrativi, secondo quanto previsto dal Piano Industriale per
la PA, ci siano davvero tutte.
Caso risolto allora…
Purtroppo l’impiego della firma digitale, della Posta Elettronica
Certificata e della conservazione sostitutiva non rappresentano il
banco di prova più impegnativo per la definitiva modernizzazione
della PA. Una volta adottati questi standard occorrerà prestare
grande attenzione alle problematiche di integrazione con le
procedure istituzionali e con gli Erp, fondamentali per
incrementare la tracciabilità e la trasparenza dei procedimenti
che coinvolgono più amministrazioni e per l’introduzione di
strumenti di monitoraggio e di valutazione dell’azione
amministrativa.
Crede che il processo di digitalizzazione in atto offrirà
nuovi spazi operativi ad Eustema?
Certamente. Sulla base dei progetti di dematerializzazione,
gestione documentale avanzata, gestione del protocollo informatico
e system integration portati a termine con successo per clienti del
calibro di Poste Italiane, Inail, Telecom Italia, siamo in grado di
sostenere efficacemente gli ambiti di intervento prioritari
previsti dal piano E-Gov 2012 (siano essi settoriali, territoriali
o di sistema): dal Processo Civile Telematico al Fascicolo
Sanitario Elettronico, dal Passaporto Elettronico alla fatturazione
elettronica verso la pubblica amministrazione.
Eustema scommette sulla dematerializzazione
Buscemi (direttore Operazioni produttive): “Questa volta la rivoluzione si farà davvero. E siamo pronti a sostenerla”
Pubblicato il 20 Lug 2009
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