Gli accenti sono magari diversi, le sensibilità anche, ma su una
cosa sono tutti d’accordo: la priorità va data
all’innovazione e dunque agli investimenti in Ict. Che
significano nuove reti di telecomunicazioni, una Pubblica
Amministrazione che si digitalizza ed impara a dialogare online
con i cittadini, un sistema produttivo capace di adottare le
tecnologie dell’IT anche nelle sue realtà medie e piccole.
Sullo sfondo, emerge il tema di un Paese che deve a mettersi alle
spalle un digital divide che prima ancora che infrastrutturale è
culturale.
È il responso di una survey che abbiamo compiuto fra
18 top manager dell’Ict: dai gestori
telefonici ai fornitori di apparati, alle aziende IT. Ma a chi
compete il compito di portare l’Italia verso la frontiera
dell’innovazione? Il ruolo guida spetta allo Stato. e.Gov-2012,
tutti se ne dicono convinti, può essere il motore di questa
grande trasformazione del Paese. Ma deve avere la benzina per far
muovere la macchina.