Dal Kazakistan al Cile, passando per San Marino, l’innovazione che spinge la multimedialità ai limiti compensa la ridotta estensione di alcune strutture, amplificando l’esperienza di visita attraverso il 3D, l’Ultra HD e altri supporti digitali.
Per il Kazakistan, che dispone di circa 3 mila mq, la partecipazione alla kermesse rappresenta l’anteprima dell’Expo 2017, che si terrà ad Astana, e che sarà dedicata al tema della Future Energy. La capitale viene raccontata attraverso un tour virtuale sui tablet forniti ai visitatori all’uscita del padiglione, dove è presente una scala mobile multimediale, con immagini che spiegano la concezione kazaka dell’agricoltura. Tra queste, alcune foto sono animate e dialogano con i visitatori provocando un piacevole effetto sorpresa. Ma il vero coup de theatre è la cupola cinematografica, integrata con una piattaforma mobile grazie alla quale gli ospiti interagiscono con le proiezioni 3D.
Anche il Cile, con meno di 2 mila metri quadrati a disposizione, vuole stupire: i visitatori hanno la possibilità di attraversare un tunnel dove 24 proiettori sincronizzati mettono in scena, sempre in 3D, gli scenari che contraddistinguono un Paese lungo più di 4.300 km, trasportando gli ospiti da una barca di pescatori in pieno oceano ai rinomati vigneti di Carmenere, passando per l’allegra confusione dei mercati rionali di Santiago.
San Marino, che come motto per il suo spazio di 250 metri quadrati (è inserito nel cluster del Mediterraneo) ha scelto “Small enough to be big”, per raccontarsi ha invece investito sul 4K. Potrebbe sembrare una soluzione meno spettacolare di altre, ma per capire il valore dell’operazione realizzata in collaborazione con San Marino Rtv e HD Forum Italia basti pensare che nessun altro Paese partecipante l’ha adottata, e che persino Eutelsat, official partner per le trasmissioni satellitari di Expo 2015, sta ancora valutando se giocare la carta dell’Ultra HD durante l’evento.
Citando uno dei big, il Brasile dispone di una struttura da 4133 metri quadrati, costata circa dieci milioni di euro, che nello spazio all’aperto riproduce l’habitat del Rio delle Amazzoni. Da qui si estende la soluzione che avvolge l’intero edificio, una rete di 100×13 metri definita dall’architetto del padiglione, Arthur Casas, “una galleria interattiva che le persone possono toccare, calpestare, scalare per osservare il Brasile attraverso le sue trame”. L’interazione è data da speciali sensori disseminati lungo tutta la struttura. “I visitatori, calpestandola, attivano suoni e luci e in questo modo sono le presenze a creare l’atmosfera”.
Di sicuro rilievo tra i padiglioni dell’Expo a elevato tasso di tecnologia, il Future Food District immaginato da Carlo Ratti e Associati in collaborazione con Coop intende rappresentare il supermercato del domani. I display interattivi reagiscono al movimento dei visitatori-consumatori, fornendo spiegazioni sui prodotti esposti e tracciando la filiera che ha portato le materie prime dal campo ai banconi. Ma la vera chicca sono i robot di nuova concezione forniti da ABB, gli YuMi, che per la prima volta nella storia dell’automazione interagiranno con esseri umani in tutta sicurezza e senza l’uso di gabbie protettive.